Sport in zona arancione: cosa si potrà fare?

Dopo l’ultimo decreto del 10 Gennaio sono già molte le regioni italiane finite in zona gialla, ma quali rischiano la zona arancione? E cosa cambierà per chi pratica sport?

Donna fa sport

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    Dal 10 Gennaio 2022, dopo l’ultima ordinanza firmata dal ministro della Salute Speranza, altre quattro regioni sono entrate di nuovo in zona gialla: Abruzzo, Emilia-Romagna, Valle d’Aosta e Toscana. La zona arancione purtroppo è una minaccia futura per molte di quelle regioni che nelle prossime due settimane potrebbero raggiungere la soglia del 30% di ricoveri ordinari e il 20% di terapie intensive: c’è la Calabria al primo posto (con il 35% circa dei reparti ordinari e il 17% delle terapie intensive), a cui seguono Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Piemonte, Lazio, Sicilia, Toscana, Valle d’Aosta e Liguria. Per evitare un nuovo lockdown, le regioni entrate in zona di colore diverso dal bianco, dovranno rispettare le regole del nuovo Dpcm Festività, che per adesso, essendo in zona gialla non sono cambiate molto. Ma per chi è solito praticare sport, all’interno di palestre o centri sportivi, oppure all’aria aperta, quali saranno le nuove regolamentazioni se ipoteticamente la regione di appartenenza si colorasse di arancione?

    Sport all’aria aperta in zona arancione: le regole.

    Per quanto riguarda lo sport all’aria aperta, per il momento non esistono particolari restrizioni differenziate tra chi non ha il green pass, chi possiede il base e chi il rafforzato. Infatti anche in zona arancione sarà concesso praticare attività motoria all’aperto, seguendo alcune regole fondamentali:

    • Piscine e palestre al chiuso: nel momento in cui venisse assegnata la zona arancione, in tutta la regione l’accesso a piscine e palestre, così come ai centri benessere e termali, sarebbe consentito solo ai possessori di super green pass, come attualmente in vigore anche nelle regioni in zona gialla (fino al 31 Gennaio 22); 
    • Mascherina: dal 24 dicembre fino al 31 marzo 2022 le mascherine sono obbligatorie all’aperto in tutta Italia. Allo stesso modo sono obbligatorie all’interno degli stadi e dei palazzetti (FFP2). Ovviamente nel momento in cui si svolge l’attività all’aperto, come la corsa o il biking, non è obbligatorio indossare la mascherina purché si mantenga il distanziamento di due metri. Si legge così nelle FAQ del Governo: “Non è necessario utilizzare la mascherina durante lo svolgimento di attività sportiva, anche a livello amatoriale, all’aperto. Qualora si tratti di un’attività sportiva individuale (corsa, maratona, ginnastica, ecc.) è raccomandato il rispetto del distanziamento di almeno due metri. Al termine dell’attività sportiva, individuale, di squadra, di contatto, è necessario, ove richiesto dalla normativa, indossare la mascherina e assicurare il distanziamento interpersonale previsto dalla normativa.”;
    • Stop a competizioni e sport di contatto senza super green pass: entrando in zona arancione potrebbe avvenire una sospensione di tutte le gare e delle competizioni. Sarebbero inoltre vietati gli sport di contatto per chi non è in possesso di super green pass. Anche le partite di calcetto o pallacanestro, quindi le attività di carattere ludico-amatoriale, o gli allenamenti di gruppo, sarebbero vietati senza super green pass. Per chi non ha il super green pass o il green pass base sarà possibile praticare solo attività individuale all’aperto o presso centri e circoli sportivi, pubblici o privati, purché siano all’aperto;
    • Attività fuori comune: a differenza della zona rossa, dove non è possibile allontanarsi dai pressi della propria abitazione, in zona arancione è possibile muoversi anche fuori dal proprio comune, purché in possesso di green pass. Si può uscire dal proprio comune quindi con la bici o andare in montagna per fare trekking con green pass, sia di base (quindi anche con tampone negativo, oltre che vaccinazione e/o guarigione), che super;
    • Impianti sciistici: per quanto riguarda l’attività sciistica in zona arancione sarà possibile accedere agli impianti di risalita dei comprensori solo se in possesso di super green pass.

    Sport all’aperto: quanto è rischioso contrarre il Covid? 

    Senza creare allarmismi è comunque importante sottolineare quanto segue: praticare attività sportiva all’aperto non ci salvaguarda completamente dal Covid. Ad affermarlo è lo stesso virologo Fabrizio Pregliasco: all’aumentare della frequenza respiratoria, durante una corsa ad esempio, corrisponde un innalzamento di probabilità di inalare il Coronavirus eventualmente presente nell’aria, una cosa che può avvenire solo se non vengono mantenute le dovute distanze di sicurezza. Anche la commissione medica del CAI avverte: meglio mantenere la distanza di un metro se si percorrono sentieri più “battuti” anche da altre persone, evitare i rifugi se possibile e tutte quelle attività più impegnative che richiedono l’uso di attrezzature alpinistiche in comune.

    Sport e sistema immunitario: quando siamo più deboli? 

    Fare sport può sicuramente aiutare ad aumentare le difese del nostro sistema immunitario: l’attività motoria, di qualsiasi genere, può aumentare la resistenza contro gli agenti esterni. C’è tuttavia un momento in cui le nostre difese si abbassano notevolmente, nella fase post esercizio fisico, soprattutto se questo è molto intenso, che gli scienziati chiamano “open window”. Letteralmente una finestra aperta o un varco nel nostro sistema difensivo, che si va a creare nell’atleta e che lo può esporre al rischio di contrarre infezioni di varia natura. Per questo, in un momento delicato come quello che stiamo vivendo, occorre evitare, subito dopo l’attività sportiva, posti chiusi come spogliatoi, mezzi pubblici affollati, luoghi in cui sono attivi impianti di ventilazione, come l’aria condizionata. La fase di “open window” ha una durata variabile, dalle 3 alle 72 ore, a seconda del livello immunitario del soggetto. Da sfatare quindi il mito che chi pratica più attività fisica è immune al Covid-19.

    Sport e psicologia: perché evitare la sedentarietà fa bene al tuo stato psicologico

    All’aumentare delle restrizioni, soprattutto per chi non è costante nell’attività fisica, sarà per molti di noi più facile lasciarsi persuadere dall’inattività. A livello psicologico praticare attività fisica, specialmente in periodi come questo, è un importante aiuto per combattere stati di depressione e ansia, dovuti anche da eventuali isolamenti. Ne avevamo già parlato qui con la psicologa Ludovica Perina, che sottolinea quanto sia importante praticare sport in qualsiasi fascia d’età. Con l’avvento del Coronavirus infatti sono aumentati, oltre ai disturbi d’ansia, anche i disturbi dell’alimentazione, derivati oltre che dalla situazione generale, anche dalla rottura delle abitudini quotidiane, come, per l’appunto, la pratica dell’attività fisica giornaliera.

    Praticare attività sportiva, soprattutto se provvisti di super green pass, non sarà quindi un problema anche in zona arancione, basterà solo rispettare le dovute regolamentazioni come da ordinanza, prestando attenzione anche alle eventuali modifiche che possono persistere nella provincia di appartenenza. Ricorda che attenersi alle regole socio-sanitarie non è solo un gesto precauzionale nei confronti della propria salute ma anche nei confronti di quella della collettività.

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