Mal di testa? Dolori mestruali? Dolori muscoloscheletrici o traumatici? Allora conoscerai l’ibuprofene, principio attivo utilizzato in molti farmaci contro il dolore lieve, moderato e contro gli stati febbrili.
Che cos’è l’ibuprofene
L’ibuprofene è un FANS, cioè è un medicinale appartenente al gruppo dei farmaci antinfiammatori non steroidei, che agisce sui dolori e/o sui gonfiori provocati dall’infiammazione. A differenza del paracetamolo, farmaco che allevia il dolore e abbassa la febbre, l’ibuprofene ha anche un effetto antinfiammatorio.
Come agisce l’ibuprofene
L’ibuprofene inibisce l’enzima COX, cioè il cicloossigenasi; il COX è conosciuto in diverse forme (COX-1, COX-2 e COX-3). L’ibuprofene inibisce il COX-2, che serve per convertire l’acido arachidonico in prostaglandina, che a sua volta viene convertita in altri enzimi capaci di interferire con la febbre, i dolori e, appunto, l’infiammazione. Essendo un FANS non è selettivo nei confronti del COX-2, quindi è in grado di intervenire anche sul COX-1, che altro non è che una delle forme isoenzimatiche della prostaglandina-endoperossido sintesi, uno degli enzimi costitutivi sempre attivi dell’organismo. L’inibizione dell’attività della cicloossigenasi è alla base dell’attività farmacologica dell’ibuprofene.
Assunto in compresse o in polvere effervescente, deve necessariamente essere preso a stomaco pieno per evitare disturbi ed è indicato per:
- I suoi principi antidolorifici, in grado di ridurre il dolore
- La sua attività antipiretica, cioè la capacità di abbassare la temperatura corporea in stati febbrili
- La sua proprietà antinfiammatoria
Non vi è un una posologia uguale per tutti i soggetti: questa varia da caso a caso, a seconda dell’età e anche della causa (e di conseguenza dell’effetto terapeutico) che si desidera ottenere dall’ibuprofene. Seguire le indicazioni del medico è fondamentale.
Oltre all’assunzione per via orale, si può optare per l’utilizzo di pomate, polveri o lavande vaginali, supposte per uso rettale o soluzione per le iniezioni intramuscolari, a seconda della gravità, del dolore e dell’infiammazione di ogni soggetto. Utilizzato maggiormente in compresse da 400 mg e da 600 mg, la dose consigliata da non superare mai è indicata a 1800 mg (fonte AIFA 25/12/2018) giornaliera.
Quando utilizzare l’ibuprofene?
L’ibuprofene, antidolorifico, antipiretico e antinfiammatorio, viene somministrato contro:
- Mal di testa (emicrania, cefalea)
- Crampi mestruali
- Dolori agli occhi
- Mal di denti
- Dolori di origine reumatica alle articolazioni (osteoartrosi, artrite reumatoide)
- Dolori ai muscoli, ai tendini o ai nervi
- Dolori traumatici
- Dolori che si verificano dopo il parto e/o dopo operazioni chirurgiche
Come agisce l’ibuprofene nei bambini?
In bambini in età inferiore a 12 anni (o comunque di peso inferiore ai 40kg) è sconsigliato l’uso dell’ibuprofene, così come negli anziani. Sarà il medico a indicare se e in che dosi somministrare il farmaco contenente l’ibuprofene.
Come agisce l’ibuprofene in gravidanza?
È sempre indicato il consiglio di un medico in caso di assunzione di ibuprofene durante la gravidanza: i farmaci antinfiammatori non steroidei, infatti, sono sconsigliati durante la gravidanza (soprattutto nell’ultimo trimestre) in quanto aumenterebbero il rischio di aborti spontanei.
Come agisce l’ibuprofene nell’uomo?
Recenti studi medici (uno pubblicato sui Proceedings of the National Academy of Sciences) ha dimostrato che l’ibuprofene provocherebbe un danno alla fertilità maschile in uomini giovani in terapia. Questo aspetto controverso non è condiviso da tutti i medici, che hanno sottolineato come la terapia somministrata nel corso degli studi abbia superato per dosi (più alte) e tempi (più lunghi) il tipico trattamento, che non deve superare i 1800mg (fonte AIFA 25/12/2018) giornaliera.
Quali sono gli effetti collaterali dell’ibuprofene?
Il farmaco, considerato sicuro nell’ambito cardiovascolare, risulterebbe pericoloso se assunto con l’Acido Acetilsalicilico, in quanto l’ibuprofene ne ridurrebbe l’azione protettrice per il cuore. L’ibuprofene è sconsigliato anche a chi soffre di insufficienza renale, a chi ha malattia epatiche e chi ha spesso infiammazioni gastrointestinali, come gastrite e ulcera.
Gli effetti collaterali principali sono:
- nausea
- vomito
- Problemi di digestione, diarrea o costipazione
- epigastralgie (dolore nella zona superiore e centrale dell’addome)
- crampi addominali
- stomatiti ulcerative
- gastrite
Fonti:
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