Che ruolo ha l’ossitocina nella gravidanza?

Conosciuta anche come “ormone dell’amore”, l'ossitocina ha un ruolo chiave durante la gravidanza e il parto, ma non solo

Cosa sucecde alla coppia quanto aspetta un bebè? Il parere dell'esperta

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    L’ossitocina è un ormone secreto da alcuni nuclei della neuroipofisi, una parte della ghiandola pituitaria, e poi immesso nel sistema circolatorio; è conosciuta soprattutto per la sua funzione durante il travaglio, il parto e l’allattamento. Sicuramente in questa delicata fase della vita delle donne che scelgono di avere figli il suo ruolo è cruciale: basti pensare che l’etimologia stessa della parola (dal greco oxýs, “veloce” e tókos, “parto”) si riferisce alla sua funzione nel regolare e accelerare il travaglio e il parto.

    Ma il ruolo dell’ossitocina non si ferma qui: è stato dimostrato che la sua presenza regola e influenza tutta la sfera dell’affettività e della socialità.

    L’ossitocina nell’uomo e nella donna

    Sia gli uomini che le donne producono naturalmente questo neurotrasmettitore e nelle donne gli alti livelli di ormoni estrogeni ne potenziano le funzioni.

    Conosciuta anche come “ormone dell’amore”, ben prima che una coppia decida di mettere al mondo un figlio l’ossitocina viene prodotta in tutte le fasi dell’attività sessuale; nello specifico la sua produzione aumenta con la stimolazione dei capezzoli, degli organi genitali e in generale della pelle, in virtù dei suoi numerosi ricettori nervosi, fino all’orgasmo, quando i suoi livelli sono cinque volte superiori alla norma.

    Anche negli uomini la sessualità si collega ai livelli di ossitocina, che favorisce l’erezione e la mobilità degli spermatozoi.

    Il ruolo dell’ossitocina nelle emozioni e nella socialità

    L’ossitocina non ha però solo un ruolo fisico, ma anche emotivo e sociale: riduce ansia e stress, favorendo così il benessere generale della persona e le sue relazioni interpersonali, sia sentimentali che di amicizia.

    Il suo ruolo nella sfera della socialità è talmente d’impatto che un alto livello di questo ormone farebbe un effetto simile a quello di una piccola dose di alcool. Così come l’alcool, però, un livello eccessivo di ossitocina porta all’effetto opposto, e quindi a conseguenze negative, come rabbia e invidia sociale.

    Questo confermerebbe l’esistenza di un’altra faccia di questo ormone: non solo “dell’amore”, ma anche della paura. Uno studio della Northwestern Medicine ha analizzato il  processo che porta a questa connessione del tutto inedita, innescata in una specifica area del cervello che regola i meccanismi dei ricordi e della vulnerabilità.

    Considerando che l’ossitocina per i suoi numerosi benefici è utilizzata anche per la depressione, ulteriori sviluppi potrebbero portare a risultati interessanti.

    L’ossitocina durante la gravidanza

    Il ruolo dell’ossitocina nel periodo perinatale, cioè prima della nascita, non è ancora stato studiato approfonditamente, anche perché al mero dato scientifico si sommano i comportamenti culturalmente indotti, che variano fra le diverse società. Gli effetti dell’ossitocina in gravidanza sarebbero legati alla costruzione del rapporto fra madre e figlio.

    I meccanismi con cui funziona sono sempre gli stessi, sia prima che durante la gravidanza, così come durante e dopo il travaglio.

    Quindi, come stimolare la produzione di ossitocina? Con un ambiente sereno, coccole, stimolazione di capezzoli, organi genitali e in generale della pelle. Si può però riscontrare ossitocina bassa in situazioni che provocano disagio. Questo è tanto più cruciale nel momento della gravidanza, quando i livelli di questo ormone, nella fase finale, devono essere più alti per favorire il travaglio e il parto stesso.

    Oltre ai numerosi stimoli ambientali che ne favoriscono la produzione e il rilascio, i livelli di ossitocina sia nell’uomo che nella donna possono essere influenzati anche dall’alimentazione. Cibi che ne stimolano la produzione sono ad esempio il melograno, la vaniglia, il cioccolato, le fragole, il miele e le banane: si noterà come sono anche alcuni degli alimenti più conosciuti per il loro potere afrodisiaco, confermando così il legame fra ossitocina e sessualità, oltre che fra ossitocina e gravidanza.

    L’ossitocina nel momento del parto

    Come abbiamo già accennato, la parola stessa “ossitocina” nasce da due parole greche che significano “parto veloce”; si può quindi facilmente intuire che, per quanto il suo ruolo sia fondamentale in diversi aspetti della vita e contribuisca al benessere sessuale, emotivo e relazionale (nella maggior parte dei casi), la funzione principale è quella di stimolare e favorire il travaglio e il parto.

    Ma a cosa serve l’ossitocina durante il parto? Nella regione dell’ipotalamo, nel cervello, si originano gli impulsi che riguardano i comportamenti umani primari, fra cui il parto e la sopravvivenza. L’ossitocina in questa circostanza ha un ruolo cruciale: il suo compito è quello di avviare il travaglio e di portare in sicurezza la donna al parto. Stimola infatti le cellule lisce dell’utero affinché da una fase di riposo passino a una fase attiva, e quindi alle contrazioni uterine.

    Il suo livello aumenta durante le varie fasi del parto, a causa della pressione del feto sui ricettori della cervice e delle pareti della vagina, che producono, così come l’ipofisi, una certa quantità di ossitocina. Durante la fase finale i livelli di ossitocina si triplicano o quadruplicano per favorire l’espulsione del feto.

    Cosa succede se l’ossitocina durante il parto è troppo bassa

    Può capitare, a causa di un ambiente che mette la partoriente a disagio o in imbarazzo, che si riscontri un livello di ossitocina basso durante il travaglio. In questi casi può essere utilizzata la sua versione sintetica per indurre il parto stesso, così come nei casi in cui il termine della gravidanza è scaduto e protrarla oltre potrebbe danneggiare il feto. Questi restano comunque dei casi di emergenza. L’utilizzo di ossitocina per il parto indotto è una soluzione ideale quando la gestante ha già la cervice dilatata e assottigliata. I rischi per la mamma restano quelli di contrazioni più dolorose o, nei casi più estremi, di rottura dell’utero, ma potrebbe anche causare contrazioni troppo ravvicinate, con effetti negativi sul nascituro, in particolare la riduzione del battito cardiaco. Le pause fra una contrazione e l’altra sono infatti necessarie per permettere alla placenta, e di conseguenza al bambino, di avere abbastanza ossigeno. Le conseguenze potrebbero essere danni al cervello, encefalopatia, asfissia o paralisi cerebrale infantile.

    I problemi con la somministrazione di ossitocina alla partoriente sono dovuti al fatto che non esistono ancora metodi per misurare gli effetti sull’utero. Spesso queste problematiche si presentano quando si cerca di favorire il parto naturale per evitare di ricorrere al cesareo; ma, se i tentativi si protraggono troppo a lungo, i rischi sono quelli già menzionati e il cesareo risulta di gran lunga una soluzione più conveniente per la salute della madre e del bambino.

    Il ruolo dell’ossitocina dopo il parto

    Un’altra delle funzioni fondamentali dell’ossitocina si ha durante l’allattamento. Infatti, una volta che il bambino è nato, il livello di ossitocina non cala, al fine di dar luogo alla montata lattea.

    Ossitocina e allattamento sono strettamente correlati, non per niente abbiamo già sottolineato come la produzione di questo ormone sia accresciuta dalla stimolazione dei capezzoli. Lo stimolo nervoso che si origina dalla suzione dei capezzoli aumenta ancora il livello di ossitocina e, in un circolo virtuoso, la produzione di latte da parte della madre.

    Oltre a questa funzione “meccanica” non bisogna sottovalutare il suo ruolo nella relazione fra madre e figlio: una delle sue proprietà principali è infatti quella di rafforzare l’istinto di accudimento.

    Fonti

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