La clitoride: cos’è e come si stimola?

Quello che vediamo non è altro che la punta dell’iceberg del piacere femminile… quindi, come funziona la clitoride? E come stimolarla?

fiore sembra clitoride

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    Per decenni lasciata nel dimenticatoio, la clitoride è un aspetto imprescindibile dell’apparato femminile, il principale organo erettile della donna. Esattamente come il pene, la clitoride si indurisce e, grazie alle stimolazioni, porta a potenti orgasmi.

    Cos’è la clitoride

    È il principale organo erettile della donna. Esternamente ha, di solito, dimensioni piccole e si presenta come una sorta di bottoncino situato alla congiunzione delle piccole labbra. La realtà è che quella è una piccolissima parte della clitoride (quella che viene stimolata per raggiungere l’orgasmo) è un organo che si estende soprattutto all’interno, dal bacino verso il basso, al lato della vulva, come una Y rovesciata. Il bottoncino che vediamo esternamente è chiamato glande, poi c’è all’interno il corpo della clitoride, che forma una sorta di curva e che si dirama ai lati delle labbra, chiamati radici della clitoride. Anche questi due segmenti tendono a gonfiarsi con l’eccitazione, grazie all’afflusso di sangue. Infine ci sono i bulbi vestibolari intorno all’orifizio vaginale dietro le grandi labbra, altri due lembi spugnosi che compongono la parte più spessa dell’organo.

    Ogni clitoride, come ogni vulva, è diversa e cambia nella fase di eccitazione e di orgasmo, gonfiandosi nella parte esterna fino al doppio della sua dimensione iniziale.

    La storia della scomparsa e ricomparsa della clitoride

    Quando è stata “scoperta” la clitoride? Nel 1998. Sì, avete capito bene. Alla soglia del XXI secolo.

    Partendo dal principio, fin dall’antichità si era a conoscenza della clitoride, ma si è sempre divulgato poco o niente riguardo questo organo: pensiamo che nel 1948, il celebre atlante anatomico Grey’s Anatomy non aveva indicato il nome della clitoride per descrivere l’organo in questione*.

    Nel XVI secolo la clitoride era descritta nelle tavole anatomiche, esternamente e internamente, ma poi scomparve per secoli dallo studio della vagina, a causa della religione e dell’oscurantismo del XVIII secolo. Un’altra versione riguarda Georg Ludwig Kobelt, anatomista tedesco che visse nella prima metà dell’Ottocento, che è ritenuto il primo ad aver descritto accuratamente la funzione della clitoride.

    Si arriva al 1960 quando Masters e Johnson (una équipe di ricerca formata dagli statunitensi William Masters, sessuologo e ginecologo, e Virginia Eshelman Johnson, sessuologa) affermano che al centro della sessualità femminile si trova la clitoride, per poi concludere questo viaggio nel 1998, quando Helen O’Connell, urologa australiana, divenne pioniera degli studi anatomici della clitoride, offrendo una descrizione totale e completa dell’organo. Dal 2017 circa sui libri di testo viene rappresentata e descritta la clitoride per quello che è nella realtà.

    Il potere della clitoride

    «Chiunque voglia sottomettere e opprimere le donne senza però doverle necessariamente rinchiudere o imprigionare, può fare in modo che si arrendano da sole, che perdano la gioia e l’autonomia, che non provino piacere, che non abbiano più fiducia nella forza dell’amore e considerino i rapporti umani come fragili e instabili: deve semplicemente prendersela con la vagina.» Quello che voleva dire Naomi Wolf nel suo libro “Vagina. Una storia culturale” è che esattamente nella clitoride, nel collo dell’utero, nel perineo e nell’ano, ci sono migliaia di ramificazioni che uniscono vagina e cervello, che a ogni orgasmo rilasciano nel cervello dopamina e ossitocina, due sostanze chiamate rispettivamente, l’ormone della motivazione e dell’amore, in gradi di attivare a livello celebrale sensazione di gratificazione, piacere e potenza. Togliendo questo “potere” alla donna, quest’ultima sarà inevitabilmente più insicura e vivrà nel senso di colpa e nella fragilità delle relazioni umane e del rapporto con se stessa. Conoscere e sperimentare, provare piacere in modo autonomo e con il partner, è fondamentale.

    Come stimolare la clitoride

    Ogni donna, così come ogni vulva, è diversa e ognuna prova piacere e raggiunge l’orgasmo in modo differente. L’unico modo per capire ciò che piace è provare e sperimentare (dita, sex toys, cuscini, getti d’acqua), ma possiamo delineare delle linee guida su come stimolare la clitoride e cosa fare per provare piacere o farlo provare alla nostra partner.

    Stimolare la clitoride da sole…

    Adesso che si conosce dov’è e com’è fatta la clitoride, non rimane che provare piacere con la masturbazione! Inizia accarezzandoti il corpo, dolcemente, fino ad arrivare alla clitoride, con le dita. Si può accelerare il ritmo, fare dei movimenti circolari, decidere di infilarsi dita o sex toys nella vagina: questo comporta un “indurimento” della clitoride e dell’intera vulva. I muscoli pelvici si contraggono e basteranno pochi minuti per sentire una scarica esplosiva che dal basso ventre va a tutto il corpo. Ecco un orgasmo. L’importante è non giudicarsi e lasciarsi andare al piacere e al proprio istinto; questo permette anche di poter guidare in modo più consapevole il partner alla stimolazione della clitoride, secondo i propri gusti.

    Farsi stimolare la clitoride da altre persone…

    Innanzitutto è importante sapere dov’è e com’è fatta la clitoride: non è un pulsante che si preme piano e poi, se non si vede la reazione che ci eravamo immaginati, si preme più forte. La clitoride è un punto estremamente ricco di terminazioni nervose che, se non stimolata bene, può portare anche a fastidio o dolore. Al partner è consigliato inumidire (con lubrificante o saliva) le dita, così da poter muoversi in modo più fluido. Arrivando all’inizio e all’intersezione delle piccole labbra si sentirà la clitoride (probabilmente inizialmente piccola) ed è lì che è importante concentrarsi, con le dita, accerezzandola con piccole pressioni o muovendo le dita in modo circolare. Vi accorgerete subito se è la strada giusta perché tenderà a gonfiarsi e inturgidirsi; se invece non succede niente, provate a cambiare metodo di movimento, accarezzando l’intera vulva, aumentando di intensità e movimento all’aumentare del piacere e seguendo gli accorgimenti del partner. Oltre alle dita, anche lingua e labbra possono essere ottimi amici della stimolazione della clitoride!

    Il o la clitoride?

    A rispondere a questo quesito ci ha pensato direttamente l’Accademia della Crusca, che fa notare come il termine, derivato dal greco, è registrato a partire dalla IV edizione del Vocabolario degli Accademici della Crusca (1729-1738) nella sua forma al femminile. Successivamente, vari dizionari riportano entrambi i generi. Sempre l’Accademia della Crusca riporta da una ricerca su Google che nel corpus dei libri in italiano, “il clitoride” viene menzionato più di 8,000 volte rispetto alle oltre 2,000 de “la clitoride” e che solo nel XIX secolo si è vista un’inversione di tendenza passando, per la prima volta, a un uso del termine al femminile in modo più massiccio rispetto al genere maschile. Per concludere, i testi di medicina e anatomia, insieme alla tendenza generica pendono in favore del genere maschile, ma ultimamente, nell’uso comune, il termine clitoride viene spesso abbinato al genere femminile, quindi si possono usare entrambe le opzioni.

    Fonti

    *Il libro della Vagina – Nina Brochmann, Ellen Støkken Dahl

    Come Godo – Lyona

    Wikipedia

    Il Post

    Andrologia Online

    Comodo il portale dei preservativi

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