La visita oculistica dopo il rientro a scuola: ecco come funziona

Cosa bisogna fare se il bambino si lamenta di un forte mal di testa e ha gli occhi rossi e affaticati poco dopo essere rientrato a scuola? Forse è il momento di portarlo a fare una visita oculistica

visita oculistica bambini scuola

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    È ormai passato un mese dal rientro a scuola dopo le vacanze. I banchi di scuola si sono di nuovo riempiti e le lezioni in classe sono riprese, tra l’emozione dei più piccoli e la nostalgia dell’estate appena lasciata alle spalle. Sono trascorse le settimane e, tra i vari assestamenti dovuti ai nuovi orari, c’è qualcosa che non va: il bambino lamenta un forte mal di testa, si strofina spesso gli occhi arrossati e gonfi e si sente la vista affaticata. Cosa sta succedendo?

    Forse è il momento di fare una prima visita oculistica al bambino.

    Come fare a capire se un bambino ha problemi di vista?

    Per tanti genitori è molto difficile capire quando un bambino sta male, soprattutto se è molto piccolo e fatica a comunicarlo. Tuttavia, secondo l’Osservatorio Nazionale sulla Salute dell’Infanzia e dell’Adolescenza, il 20% dei genitori che notano qualcosa di strano nel proprio figlio pensa che sparirà da solo con la crescita, mentre il 34% crede che bastino i rimedi della nonna per curare alcuni problemi agli occhi. Purtroppo, però, non è sempre così.

    Ci sono alcuni segnali a cui i genitori devono prestare attenzione quando si parla di problemi alla vista nei bambini.

    • Il bambino strizza spesso le palpebre perché fatica a vedere bene
    • Il bambino ha spesso mal di testa a causa dell’affaticamento visivo
    • Il bambino tiene la testa inclinata da un lato quando legge, guarda la televisione o scrive, perché ha un occhio che lavora “meno”
    • Gli occhi del bambino sembrano disallineati 
    • Gli occhi del bambino sono soggetti a una lacrimazione continua
    • Il bambino tende ad avvicinare parecchio l’oggetto al viso per vederlo meglio
    • Il bambino prova un forte fastidio davanti alla luce

    Questi segnali, soprattutto ai primi anni di scolarizzazione, possono emergere lentamente. La maggior parte di essi possono essere dovuti a una serie di disturbi alla vista, che possono svilupparsi in particolare quando i bambini restano per parecchio tempo davanti agli schermi di tablet, smartphone o computer. Gli occhi si stancano e tende a mettersi in atto un processo di accomodazione: cosa significa? Si tratta dell’attivazione di un muscolo presente all’interno dell’occhio che ci consente di mettere a fuoco gli oggetti a distanza ravvicinata. Questa prolungata accomodazione (che il più delle volte si verifica davanti a uno schermo) tende a essere una possibile responsabile della miopia.

    Problemi di vista o allergia?

    Non è raro che alcuni di questi segnali possano essere confusi con l’insorgenza di una possibile allergia, ma nel caso dell’allergia si noterà che si tratta di effetti che si scatenano in determinate circostanze, quando cioè si viene a contatto con un allergene, come il polline o gli acari della polvere. In più, ci sono sintomi ulteriori, come starnuti frequenti, naso chiuso e muco trasparente. L’età può essere di aiuto per distinguere tra l’insorgenza di un’allergia e la presenza di problemi di vista: sotto i 4 anni, infatti, è più raro che le allergie si manifestino.

    Quali sono i più comuni problemi alla vista?

    Quando si parla di disturbi alla vista nel bambino, si fa riferimento spesso alla miopia. Come abbiamo già detto, l’utilizzo di computer e altri device tecnologici (soprattutto in seguito alla didattica a distanza) può aver incentivato l’aumento di questi casi. Ma non si tratta dell’unica problematica esistente. Tra queste, infatti, ne troviamo diverse:

    • ipermetropia: si tratta di un difetto visivo per cui gli oggetti vicini appaiono sfocati. Di solito si riduce con lo sviluppo dell’occhio, scomparendo del tutto verso i 6 anni. Se, invece, dovesse persistere è necessario intervenire subito per correggerla grazie a un paio di appositi occhiali;
    • astigmatismo: viene spesso associato all’ipermetropia o alla miopia, ma in realtà comporta una visione distorta sia da lontano sia da vicino;
    • ambliopia o “occhio pigro”: si tratta di un disturbo difficile da identificare senza una visita specialistica poiché comporta la riduzione della capacità visiva di uno dei due occhi;
    • strabismo: questo invece è un disturbo legato a un cattivo coordinamento dell’azione dei muscoli oculari. Nei primi 4-6 mesi di vita uno strabismo non costante non è problematico ma, se il difetto perdura, è necessaria una visita oculistica;
    • miopia: si tratta di un disturbo molto conosciuto che comporta una progressiva diminuzione della capacità di messa a fuoco degli oggetti distanti. La sua comparsa può essere favorita da una prolungata e continuativa accomodazione e per essere corretto necessita degli occhiali.

    Come si svolge la visita oculistica per il bambino?

    Fin dai primi anni di vita, i bambini devono essere sottoposti a numerose visite di controllo a scopo preventivo. Tra queste, assai importanti sono quelle oculistiche.

    La visita oculistica del bambino si svolge in due fasi: la valutazione ortottica e l’esame obiettivo oculistico. Quest’ultimo prevede la dilatazione della pupilla grazie ad alcune gocce che aiutano a mostrare i difetti refrattivi nascosti. Dopo circa 15 minuti dal momento in cui vengono inserite e per alcune ore il bambino non riuscirà a mettere a fuoco le immagini ravvicinate. Durante la visita, vengono effettuati alcuni test dal medico:

    • la retinoscopia: il dottore punta una forte luce nell’occhio del bambino e ne osserva il riflesso. Questo esame aiuta ad identificare la prescrizione adatta
    • la tabella tumbling E Chart o simboli LEA: la tabella “tumbling E” mostra la lettera E orientata in diversi modi e con diverse dimensioni. La tabella di simboli LEA utilizza simboli come una casa, una mela ed altre forme invece delle lettere
    • il test Random Dot: utilizza un pattern di puntini particolare e degli occhiali 3D. lo scopo è misurare quanto gli occhi lavorano in maniera congiunta.

    Ovviamente si tratta di test che possono essere effettuati anche su bambini in età prescolare: per questo non serve che conoscano l’alfabeto per poter leggere i segni e le lettere.

    Quando conviene fare la visita oculistica ai bambini?

    Di solito a un bambino viene prescritto un percorso di visite oculistiche suddivise in diverse tappe della sua vita. Nei giorni successivi al parto viene consigliata una primissima visita oculistica nel caso in cui, all’esame di screening effettuato dal pediatra, risultino sospetti di una patologia oculare importante, come  la cataratta congenita o il glaucoma. Lo stesso vale per i figli di madri che hanno contratto malattie durante la gravidanza (come la toxoplasmosi o la rosolia) o per coloro che hanno in famiglia problemi oculari pregressi.

    Di solito, però, la prima visita oculistica ai bambini viene fatta intorno ai 3 anni, anche se non presentano disturbi: in questo caso, il controllo è necessario per diagnosticare un eventuale “occhio pigro”, così da trattarlo nel modo più adeguato.

    Un’altra visita viene effettuata intorno ai 5-6 anni, ovvero con l’inizio della scuola elementare: è infatti a questa età che i difetti visivi devono essere corretti. Inoltre, da questo momento in poi è possibile gestire meglio l’evoluzione di qualunque tipo di problema alla vista durante la crescita. A 8 anni, invece, si può presentare la cosiddetta “miopia scolare”, ovvero l’affaticamento della vista dovuto alla distanza dalla lavagna oppure allo stare davanti a un device tecnologico.

    E se al bambino vengono prescritti gli occhiali?

    Può capitare che al bambino vengono prescritti gli occhiali. Si tratta di un aiuto in più per migliorare la situazione e aiutare lo sviluppo della vista, soprattutto nei casi in cui è stata riconosciuta qualche forma di disturbo visivo. A seguito di una visita oculistica, viene infatti rilasciata ai genitori una prescrizione utile all’ottico per la creazione degli occhiali: all’interno di essa, sono indicate tutte le istruzioni necessarie per le lenti.

    Per contribuire a facilitare la scelta giusta degli occhiali da vista, è necessario convincere i bambini che indossare gli occhiali da vista non è un’imposizione. Un suggerimento è quello di coinvolgerli nella scelta della montatura giusta e del colore, soprattutto perché saranno loro a doverli indossare.

    Per assicurare il centraggio ottimale delle lenti, la montatura non deve essere troppo grande, infatti, per bambini di età dai 4 anni in su sono spesso consigliate le montature in acetato con il ponte più basso, sistemato poco sotto rispetto al centro pupillare. Per i bambini di 2 anni, però, sono consigliate montature di gomma o elastiche, dai colori brillanti; devono essere leggere, così da non influenzare lo sviluppo delle cartilagini e delle ossa, ma con lenti robuste e resistenti.

    Il calibro dell’occhiale, ovvero il valore che definisce la forma e la taglia dell’occhiale, deve tenere di conto dell’accrescimento naturale del viso, prevedendo quindi 1-2 millimetri in eccesso. Le lenti più adatte sono quelle in un materiale infrangibile, soprattutto per impedire che si rompano durante i momenti di svago del bambino. Le lenti degli occhiali da vista per bambini devono rispondere inoltre a una serie di caratteristiche importanti:

    • devono essere sottili e resistenti
    • devono essere antiriflesso
    • devono proteggere dai raggi UV
    • devono proteggere dai raggi blu dei dispositivi elettronici

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