È il 2011 quando alla tennista statunitense Venus Williams, fino a pochi anni prima dominatrice del terreno verde di Wimbledon, viene diagnostica la sindrome di Sjögren, una malattia che le toglie le forze, le causa dolori alle articolazioni e fa precipitare la sua carriera sportiva, portandola a terminare la stagione alla 103° posizione della classifica mondiale. Praticamente la peggiore dal 1997, anno della sua prima finale agli US Open raggiunta ad appena 17 anni. Una storia, però, la sua, di resilienza che la porterà , poco alla volta, a risalire la classifica per tornare, nel 2017, a occupare il 5° posto.
Oggi, colei che è considerata una delle più importanti tenniste di tutti i tempi, nonché la prima afroamericana dal 1968 a occupare la prima posizione del ranking mondiale, è consapevole che ‘purtroppo la mia malattia non se ne andrà . Devo riposarmi ogni giorno‘ anche se ‘nei miei sogni, arriverà un giorno in cui la sindrome se ne andrà‘. Di certo c’è che ha davvero cambiato la sua vita. ‘La sindrome di Sjögren stava iniziando a portarmi via ciò che più amavo, ho dovuto apportare alcune modifiche, ho dovuto cambiare vita‘.
Modifiche che si sono tradotte in un nuovo regime alimentare vegano e una nuova consapevolezza rispetto al consumo del cibo ‘Dico sempre alle persone che devi goderti quello che mangi […] C’è qualcosa quando mangi cibo sano che ti fa sentire orgoglioso e che stai facendo la cosa giusta‘ ha dichiarato la stessa Williams intervistata sull’argomento.
Cos’è la sindrome di Sjögren
Ma di cosa parliamo quando parliamo della sindrome di Sjögren? Si tratta di una malattia infiammatoria cronica autoimmune che colpisce in grandissima parte le donne (rappresentano il 90% dei casi). Attacca le ghiandole esocrine, impedendone il regolare funzionamento e nel pratico provoca secchezza degli occhi, delle mucose nasali, dell’apparato genitale esterno femminile e della bocca, con alterazione del gusto, carie, problemi di deglutizione, oltre ad artriti, dolori muscolari, malattie della tiroide come l’ipotiroidismo; limitando anche l’utilizzo di un farmaco comune come l’ibuprofene.
Può essere primaria o secondaria; nel primo caso non si accompagna ad altre malattie autoimmuni, nel secondo sì (dall’artrite reumatoide ai linfomi). Le cause che provocano la sindrome di Sjögren sono, infine, purtroppo ancora poco note (così come è assente un terapia specifica) e, solo da un punto di vista ipotetico, si pensa che la sua comparsa sia dovuta anche a fattori ambientali, che comprendono agenti infettivi quali virus di Epstein-Barr, citomegalovirus, HCV e herpes virus.
Per capire se se ne è affetti vengono eseguiti test oculistici che, nel caso, dimostrano la secchezza oculare, la biopsia delle ghiandole salivari minori (quelle che si trovano nelle labbra e nella mucosa interna della bocca) e gli esami del sangue per determinare alcuni anticorpi specifici della sindrome.
Sindrome di Sjögren e alimentazione: ne abbiamo parlato con la dottoressa Jessica Conforti
‘Le malattie autoimmuni sono malattie che non hanno cura ma sicuramente se ne può attenuare la sintomatologia e lo sviluppo’ mi spiega la dottoressa Jessica Conforti, biologa e nutrizionista, che ho interpellato sull’argomento ‘I fattori non legati alla genetica sono spesso sottovalutati nell’insorgenza e nella manifestazione dei sintomi in molte malattie autoimmuni. Essendo malattie autoimmuni, sono adatte diete antinfiammatorie che escludono alimenti quali carne rosse alimenti, quali carni rosse, alimenti trasformati, cibi fritti, latticini e lattosio, zuccheri semplici, alcool, glutine e grani raffinati e che limitano la sintomatologia e l’infiammazione. Per questo motivo la stessa Venus ha beneficiato di un regime alimentare vegano che di per sé esclude molti di questi alimenti’.
Ma c’è dell’altro.
‘Un altro approccio che sta prendendo piede negli ultimi tempi e che ha già dato dimostrazione della sua efficacia per malattie autoimmuni come psoriasi è la dieta chetogenica (come riportato in questo studio)’ una strategia nutrizionale che si basa sulla riduzione dei carboidrati alimentari con il risultato di far produrre all’organismo (in maniera automatica) glucosio necessario alla sopravvivenza, aumentando al tempo stesso il consumo energetico dei grassi contenuti nel tessuto adiposo.
‘Infine’ conclude Jessica ‘come non ribadire l’importanza e l’efficacia della nostra dieta mediterranea. Da uno studio pubblicato a luglio 2020 sulla rivista Clin Exp Rheumatol, condotto da Aleksander Machowicz, la dieta mediterranea si è rivelata adatta e ha portato ad una diminuzione della manifestazioni cliniche legati alla sindrome primaria di Sjögren’.
Loredana Bardelli ● 23 settembre 2021
Vista l’importanza della malattia ed il condizionamento di tutta la vita del paziente e considerando che a tutt’oggi non vi sono terapie risolutive,vorrei capire come mai ancora non è considerata malattia “invalidante”?
Grazie ,cordiali saluti.
Lombardia ● 20 maggio 2021
Buongiorno vorrei più informazioni io ho probe i di insufficienza cardinale stata riscontrata con esame