Sessualità fluida: che cos’è?

Di cosa si tratta? Quali teorie si sono formate nel tempo in merito? Scopriamo il mondo fluido della sessualità.

Sessualita fluida

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    La sessualità fluida è un concetto che ha preso sempre più spazio nel dibattito sulla sessualità e l’identità di genere negli ultimi anni e che si dipana tra misunderstanding, pregiudizi e inesattezze. Che cos’è veramente?

    In questo articolo, esploreremo il significato di questa espressione e le teorie che la sostengono.

    Cos’è la sessualità fluida?

    La sessualità fluida è definita come la capacità di essere flessibili nella risposta sessuale, dipendentemente dalla situazione.

    Questo concetto è stato coniato dalla psicologa e docente presso l’Università dello Utah Lisa Diamond nel 2008 e si riferisce alla possibilità che le persone possano sperimentare cambiamenti nella loro sessualità nel corso della vita, sia nel breve che nel lungo termine.

    La sessualità fluida non è un orientamento sessuale, né non implica che chiunque sia bisessuale o che l’orientamento stesso non esista.

    Piuttosto, essa indica che l’orientamento sessuale non deve prevedere una rigidità nelle scelte e nei desideri che un individuo può sperimentare nel corso della sua vita. Non è una regola, ma una possibilità, senza l’obbilgo di rimanere ancorati al sistema binario, ma considerando le sfumature nel mezzo.

    Le teorie sulla sessualità fluida

    Quella che potremmo denominare teoria della fluidità sessuale è supportata da diversi studi che hanno documentato numerosi casi in cui gli individui segnalano cambiamenti inaspettati, a volte transitori e talvolta duraturi, nelle loro attrazioni sessuali.

    Già negli anni Cinquanta il biologo e sessuologo statunitense Alfred Kinsey ha ideato un sistema di classificazione degli orientamenti sessuali nell’essere umano, detto “scala Kinsey”. La scala definisce la sessualità umana basandosi su uno spettro che spazia tra due estremi: da esclusivamente eterosessuale (grado 0) a esclusivamente omosessuale (grado 6). Tra questi due estremi si collocano le possibili “sfumature”.

    Data la riduttività della scala, negli anni Novanta il dottor Fritz Klein ha fatto seguito a questi studi ideando una tabella basata su sette variabili componenti l’orientamento sessuale, e tre differenti punti a cui l’orientamento sessuale è assegnato: il passato della persona, il suo presente e il suo ideale. Ciò permette di considerare anche la variazione di orientamento sessuale nel tempo, alla base della fluidità.

    In seguito, l’attivista per i diritti delle persone LGBTQIA+ Sam Killermann ha creato The Genderbread Person, un’immagine che rappresenta le diverse componenti dell’identità sessuale con un biscotto di pan di zenzero – un perfetto ausilio per spiegare l’identità sessuale a bambini e bambine. Il biscotto è suddiviso in quattro componenti che si possono identificare grazie alle frecce che lo attraversano:

    • sesso assegnato alla nascita – la freccia che indica gli organi sessuali;
    • identità di genere – la freccia che indica il cervello, ovvero la percezione che una persona ha di sé stessa in relazione al genere;
    • orientamento sessuale – la freccia che parte dal cuore, ovvero le attrazioni sessuali che una persona prova verso altre persone;
    • espressione e ruolo di genere – la freccia che abbraccia l’intera figura, ovvero come una persona si presenta e si comporta in base al genere che si identifica.

    Infine, uno dei modelli più recenti e innovativi di teoria della sessualità fluida è quello di Sari van Anders, che ha sviluppato la Teoria delle Configurazioni Sessuali (TCS). Per van Anders l’orientamento sessuale non è un aspetto fermo e invariabile, ma piuttosto una configurazione dinamica che può cambiare nel corso della vita in base a fattori sociali, culturali e situazionali. La TCS sostiene che l’orientamento sessuale è composto da diverse componenti, come l’identità di genere, l’orientamento sessuale e l’espressione di genere, che possono interagire tra loro in modi complessi e variabili. In sostanza, questa teoria si basa su una visione più dinamica e flessibile dell’orientamento sessuale, che non si limita a due estremi (eterosessualità e omosessualità) ma include diverse sfumature e configurazioni possibili.

    La sessualità fluida e l’identità di genere

    La sessualità fluida è strettamente legata all’identità di genere. In effetti, la fluidità sessuale si manifesta in presenza di situazioni contingenti ed è stata osservata e studiata in precisi contesti, come ad esempio l’ambiente carcerario e quello militare. In questi casi, si è osservato che persone eterosessuali provano attrazione nei confronti di persone del proprio stesso genere.

    Ciò non significa che fluidità sessuale e di genere siano la stessa cosa: la fluidità di genere – in inglese gender fluid – indica una persona che non si identifica in modo univoco né col maschile né col femminile.

    La sessualità fluida è un concetto che rappresenta una sfida ai tradizionali schemi di genere e orientamento sessuale. Essa indica che l’orientamento sessuale non è statico e definito, ma può cambiare nel corso della vita in base alle esperienze e alle situazioni. La fluidità sessuale è un aspetto intrinseco della sessualità e rappresenta una forma di libertà sessuale e di espressione personale.

    Il sondaggio sulla sessualità fluida

    In un sondaggio del 2015 del sito YouGov è stato chiesto a più di 1.600 abitanti del Regno Unito di rispondere ad alcune domande riguardo l’orientamento sessuale.

    Nello specifico, gli intervistati sono stati invitati a posizionare se stessi su uno dei valori presenti nella già citata “scala Kinsey”. Dai risultati emerge che soltanto il 4% della popolazione britannica si definisce “esclusivamente omosessuale”, il 72% sceglie di definirsi “esclusivamente eterosessuale”, mentre il restante 19% si colloca in una posizione intermedia tra i due estremi.

    Se si analizzano le risposte date dalla fascia dei più giovani – tra i 18 e i 24 anni – soltanto il 46% si definisce “esclusivamente eterosessuale”, il 6% dichiara, invece, di essere “esclusivamente omosessuale”, mentre il 49% si colloca in una posizione intermedia. Quindi, circa un giovane su due ritiene di non essere totalmente etero.

    Da ciò emerge come le sfumature intermedie tra etero e omosessualità sono state rilevate come molteplici e numerose, in aumento specialmente tra i le nuove generazioni, già quasi dieci anni fa. Queste persone tendono a considerare la sessualità come un aspetto in continua evoluzione e mutamento, che non può essere considerato fermo e invariabile. Al contrario, la sessualità viene costantemente stimolata e influenzata da fattori sociali, culturali e situazionali.

    In sintesi, la sessualità fluida è un concetto che sostiene la possibilità che le persone possano sperimentare cambiamenti nella loro sessualità nel corso della vita, sia nel breve che nel lungo termine, e che questo cambiamento non sia necessariamente legato a un orientamento sessuale specifico.

    Fonti

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