Un paio di occhiali per diagnosticare un glaucoma: nasce Reperio

Dall’Olanda, Alessandro Grillini lancia una startup che potrebbe cambiare per sempre il mondo della neuroftalmologia, ma non solo

intervista reperio glaucoma occhi

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    Oftalmologia: si tratta di una branca della medicina riguardante lo studio del sistema oculare e di tutte le eventuali problematiche connesse.

    Neuroftalmologia: riguarda il ramo dell’oftalmologia che si occupa dello studio delle problematiche neurologiche connesse all’occhio.

    Perché ho fatto questa premessa? Semplicemente perché è fondamentale conoscere questi due termini per comprendere appieno quanto il progetto Reperio sia sensazionale e soprattutto capire quanto possa modificare in positivo la vita di tutti noi, anche di chi fino a questo momento non ha avuto modo di familiarizzare con tali espressioni.

    La mente dietro Reperio è quella di Alessandro Grillini, originario della Toscana ma attualmente residente in Olanda, terra che gli ha permesso di mettere a frutto il suo talento e sviluppare il progetto che ci ha gentilmente raccontato in questa intervista.

    Dal momento che stai leggendo questo articolo sappi che probabilmente sarai una delle prime persone in Italia a conoscere questo progetto che, nonostante sia molto giovane, sta già suscitando entusiasmo in tutta la comunità scientifica. Perciò adesso lasciamo la parola ad Alessandro e buona lettura!

    Cos’è Reperio?

    Reperio è un’apparecchiatura diagnostica che si presenta come un semplicissimo paio di occhiali prodotti attraverso la stampa 3D, ma che in realtà, grazie a un sistema di eye tracking integrato composto da telecamere a infrarossi, è in grado di raccogliere dati importanti sull’occhio del paziente, oltre che ad analizzare i movimenti oculari, la dilatazione pupillare ed effettuare una perimetria (misurazione della campo visivo).

    Per fare questo, al paziente vengono sottoposti degli input visivi attraverso un monitor qualsiasi, sia esso una tv, un tablet o una LIM (lavagna interattiva multimediale).

    Le risposte fisiologiche che l’organo visivo restituisce possono venire registrate anche grazie all’ausilio di un semplice smartphone e analizzate dal software incaricato alla fine di restituire un report utile a individuare precocemente:

    • malattie neurodegenerative (e.g. Morbo di Parkinson e Sclerosi Multipla);
    • glaucoma;
    • ABI (acquired brain injury).

    Tutto ciò che potenzialmente potrebbe essere collegabile all’occhio viene individuato in meno di 5 minuti, utilizzando una tecnica non invasiva che consiste “semplicemente” nell’indossare un paio di occhiali.

    Tali caratteristiche rendono il software di Reperio un innovativo strumento di screening, ma potenzialmente anche di prevenzione. Attraverso una raccolta di dati attualmente in atto in varie parti del mondo e a un’analisi accurata di machine learning, l’obiettivo nel medio-lungo periodo è quello di creare un modello matematico capace rendere Reperio non solo uno strumento di diagnosi precoce, ma addirittura di prevenzione verso le patologie oftalmologiche e neuroftalmologiche, individuando i primi segnali prima ancora che si manifestino attraverso la patologia. Tuttavia non si escludono anche altri utilizzi, le potenzialità sono infinite e tutto ciò che “passa dall’occhio” è analizzabile e individuabile.

    reperio-occhiali-glaucoma

    Come nasce Reperio?

    Sostanzialmente si può dire che nasce per rendere un po’ più semplice la vita dei medici, dei ricercatori e dei pazienti. Comincia a muovere i primi passi durante il mio dottorato, nonostante non fosse stato questo l’ambito in cui si era sviluppato l’argomento della mia tesi.

    Nel centro in cui ero impegnato per il tirocinio mi capitava spesso di sentire le lamentele di medici e professionisti riguardo l’inadeguatezza dei metodi di screening disponibili. Non era raro che i risultati di alcuni esami fossero scartati in quanto non attendibili e se consideriamo che tutto ciò avveniva unitamente alle lamentele dei pazienti, stanchi di sottoporsi a un’ora di test e indagini oftalmologiche, si può ben immaginare il disagio che si poteva captare nell’aria.

    Ai tempi avevo a disposizione sul luogo di lavoro delle apparecchiature utilizzate per l’eye tracking (tracciamento dei movimenti oculari), perciò a un certo punto in testa mi si è insinuato un pensiero: “è possibile che patologie diverse possano stimolare in modo sistematico le risposte dei movimenti oculari?”. A quel punto ne ho parlato col mio supervisore del tempo, il quale mi ha spronato e incoraggiato a continuare in tale direzione.

    Ho cominciato a far provare quella che ancora era “la crisalide” di Reperio e a raccogliere dati ovunque: da amici, conoscenti e da chiunque volesse aiutarmi nel creare un database di informazioni. In seguito sono cominciati i primi concorsi regionali, poi nazionali ed europei che hanno permesso di supportare l’istituto di ricerca tramite vari investimenti, anche con cifre a 6 zeri.

    L’interesse per il progetto è stato fin da subito palpabile, questo ci ha permesso di prendere il via con la nostra startup, brevettare l’algoritmo (che è un po’ l’anima di Reperio) e cominciare a raccogliere sempre più dati a livello mondiale. Attualmente l’azienda sta crescendo e con essa la struttura del progetto, ma anche i principi umani che siamo intenzionati a portare avanti.

    Il futuro di Reperio

    Per il momento l’obiettivo primario è sostanzialmente continuare ad affinare lo strumento in maniera da renderlo sempre più efficace nella lotta contro glaucoma e malattie degenerative.

    L’obiettivo, come ho già detto in precedenza, è di continuare a raccogliere più dati possibili in maniera da offrire report sempre più accurati e riuscire a prevenire le patologie.

    Inoltre, in questo momento sono a lavoro per l’ottenimento della Certificazione Europea CE, un passo importante che permetterà al progetto di crescere e prendere sempre più piede. Oltre a ciò sono impegnato anche a rafforzare quelle che sono le tutele alla proprietà intellettuale dietro a Reperio.

    La missione di Reperio: qual è il lato umano del progetto?

    La componente umana in questo progetto è decisamente uno degli elementi che quotidianamente ci motivano. Ci mandano avanti i traguardi raggiunti e le soddisfazioni che cominciano ad accumularsi, come uno una piacevole conversazione nel 2019 con l’allora e attuale presidente della commissione dei Nobel Carl-Henrik Heldin, avvenuta a Berlino, nel quale si complimentava per il progetto che cominciava sempre di più a delinearsi.

    Tuttavia io, ma anche tutti i miei collaboratori e i finanziatori, ci troviamo concordi nel dire che la volontà di restituire qualcosa di tangibile all’umanità è veramente la spinta più forte.

    Soprattutto poter aiutare i piccoli pazienti pediatrici. Questo desiderio in me è particolarmente radicato per più ragioni. Ho molti ricordi legati a quando da piccolo sono stato in cura al Meyer per alcune problematiche, oltre a varie esperienze derivanti dal tirocinio legato alla mia laurea magistrale presso il centro Stella Maris di Calambrone, dove ho avuto modo di vedere personalmente grandi professionisti lavorare con mezzi talvolta inadeguati e con test ormai obsoleti.

    Come se non bastasse ho vissuto da vicino il dolore di un conoscente a me caro causato dalla perdita del figlio dodicenne a causa del cancro. È impossibile non essere smossi da esperienze del genere. Nel mio caso specifico sono state un po’ come la scintilla che ha contribuito a tenere vivo il fuoco della volontà e mi ha fatto promettere che Reperio vivrà anche per essere una forza in più per i bambini. A questo proposito, Reperio è diventata partner di OptiVist, un consorzio internazionale tra i cui progetti spicca l’implementazione del nostro metodo per monitorare il decorso post-operatorio di pazienti pediatrici oncologici.

    Reperio e tutto ciò che si è prefissata di rappresentare non si sarebbe mai potuto realizzare senza il contributo e il sostegno fondamentale di:

    Li vorrei ringraziare ancora un’altra volta tutti quanti.

    Nota: noi di A Good Magazine invece vogliamo ringraziare Alessandro Grillini per il tempo concesso. Personalmente invece lo vorrei ringraziare per la disponibilità e la simpatia dimostrata. In bocca al lupo Reperio, al timone hai un buon capitano.

    Fonti

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