Come si fa l’autopalpazione del seno?

Una valida prevenzione contro i tumori alla mammella: fasi, tempistiche e guida pratica per eseguire questo importante autoesame

autopalpazione del seno

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    Prevenire è meglio che curare”: un adagio a più riprese verificato e che nessun medico si sognerebbe mai di smentire. Sempre, infatti, il concetto di salute e quello di benessere sono legati a doppio filo al concetto di prevenzione che, perché sia davvero efficace, deve iniziare in età precoce e continuare per tutta la vita. La prevenzione passa dall’adozione di stili di vita corretti (alimentazione sana, attività sportiva regolare, no sigarette, abuso di alcol, buon riposo notturno) ma anche dall’osservazione, dall’ascolto e dalla conoscenza del nostro corpo. Questo è il caso, ad esempio, dell’autopalpazione del seno, una sorta di diagnosi preventiva che ciascuna donna può fare conoscendo l’aspetto normale del proprio seno ed accorgersi, così, di qualunque cambiamento. Perché è importante l’autopalpazione e, soprattutto, come effettuarla lo spieghiamo in quest’articolo.

    Tumore al seno: una panoramica

    Secondo l’AIRC, il tumore al seno colpisce una donna su otto. Ogni anno, nel nostro paese, vengono diagnosticati più di 55 mila casi (500 appena riguardano gli uomini) che fanno di questo tipo di carcinoma il più frequente nel genere femminile in tutte le fasce di età. A fronte di questi numeri ingenerosi, grazie ai continui progressi di medicina e ricerca, di tumore al seno oggi si muore di meno perché prevenibile e diagnosticabile in fasi molto precoci. Sempre dal sito AIRC si legge che: “circa 9 donne su 10 (87%) sono vive dopo 5 anni dalla diagnosi di tumore mammario e 8 su 10 (80%) lo sono a 10 anni dalla diagnosi”. Vita sedentaria, fumo, alimentazione ricca di grassi animali e povera di frutta e verdura, età superiore ai 50 anni, genetica sono i fattori di rischio – modificabili e non – che possono comportare l’insorgere della malattia.  

    Quando e come prevenire?

    Il tumore mammario si può prevenire. Per questo, le donne devono iniziare l’attività di prevenzione già in gioventù, a partire dai 20 anni: accanto ai controlli annuali del seno dal ginecologo o dal senologo, alla mammografia biennale dopo il compimento dei 50 anni o alle ecografie, le giovani donne possono iniziare a occuparsi della propria salute con la cosiddetta autopalpazione, ovvero un esame da eseguire comodamente a casa, per cogliere precocemente eventuali cambiamenti nelle mammelle.

    Le fasi dell’autopalpazione

     

    L’autopalpazione del seno prevede due fasi. La prima è definita di “osservazione” e consente di individuare variazioni visibili nella forma del seno, prestando particolare attenzione all’aspetto del capezzolo (se si è retratto o, al contrario, si è fatto più sporgente o se secerne liquido) e della pelle (cambiamenti di colore, screpolature, ulcerazioni o fossette), specialmente se queste trasformazioni riguardano un solo seno. La seconda fase, invece, è quella della “palpazione” vera e propria e serve essenzialmente per scoprire, col tatto, la presenza di noduli che prima non c’erano. Ed è proprio il nodulo – indolore ma distintamente tangibile e, talvolta, visibile –  il segnale più frequente che testimonia la presenza di un tumore mammario.

     

    Quando eseguire l’autopalpazione

    Le tempistiche sul quando eseguire l’autopalpazione diventano fondamentali al fine di evitare di creare falsi allarmi. Poiché la struttura del seno, infatti, è suscettibile di modifiche in base ai cambiamenti ormonali mensili, diventa particolarmente importante rispettare i tempi. Non solo: anche età, peso, uso della pillola anticoncezionale e familiarità sono fattori che possono influenzarla significativamente. Le giovani donne, a partire dai 20 anni, possono eseguire l’autocontrollo una volta al mese (sempre lo stesso giorno, da segnare sul calendario) tra il settimo e il quattordicesimo giorno di ciclo mentre le donne più mature, già in menopausa, possono eseguire l’esame indifferentemente in qualunque momento del mese, rispettando però una certa regolarità visto che è proprio sopra i 50 anni di età che l’incidenza della malattia si fa più serrato (il picco di casi di tumori al seno si colloca tra i 65 e i 70 anni). Anche le donne in gravidanza possono effettuare l’autopalpazione senza limiti temporali.

    Autopalpazione: guida pratica

    1. L’autoesame inizia davanti ad uno specchio, in un ambiente con molta luce (fase dell’osservazione).
    2. Mantenendo il busto eretto, le spalle rilassate e le braccia lungo i fianchi, si osserva frontalmente e lateralmente la forma di seno e capezzolo.
    3. Stessa operazione di osservazione ripetuta questa volta con braccia alzate e mani dietro alla nuca e poi, ancora, eseguita stringendo le mani sui fianchi per contrarre i muscoli pettorali.
    4. Si procede, quindi, con la palpazione vera e propria mantenendo ancora la posizione eretta e piegando il braccio corrispondente al seno da esaminare dietro la nuca.
    5. A questo punto, con tre dita della mano si effettuano piccoli movimenti concentrici – aumentando poco alla volta la pressione – nella parte interna del seno. Si prosegue in senso radiale (dall’esterno verso il capezzolo) e infine dall’alto verso il basso.
    6. Gli stessi movimenti vanno ripetuti anche in posizione supina – con il braccio corrispondente al seno da esaminare in alto, piegato sotto la testa – e si conclude la fase di autopalpazione premendo delicatamente il capezzolo per verificare presenza di liquido (siero o sangue).

    Conclusioni

    L’obiettivo dell’autopalpazione è quello di conoscere l’aspetto normale del proprio seno e di notare eventuali cambiamenti e irregolarità. E un autoesame con fine preventivo che in nessun caso sostituisce od esclude visite specialistiche di controllo o esami strumentali (come la mammografia).

    Fonti

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