Bloccare il ciclo mestruale: i rischi dell’amenorrea indotta

Quali sono le tecniche più utilizzate per fermare le mestruazioni e perché è meglio non farlo spesso

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    Può succedere che una donna scelga di bloccare il proprio ciclo mestruale per un certo periodo di tempo. Le modalità più frequenti per indurre amenorrea (assenza di mestruazioni) sono legate alle abitudini alimentari, al tipo e alla quantità di attività fisica svolta quotidianamente e, soprattutto, all’uso o abuso di farmaci – spesso a base ormonale – e di metodi contraccettivi

    Alterazioni delle abitudini alimentari

    Il primo modo per influire sulla normale attività del ciclo mestruale è cambiare radicalmente abitudini alimentari. Malnutrizione, anoressia nervosa e bulimia nervosa comportano una mancata assimilazione del giusto apporto calorico, vitaminico e proteico: il corpo non ha la riserva energetica necessaria a un normale ciclo ormonale. In questo senso, anche l’ortoressia può diventare un problema L’attenzione eccessiva per ciò che si mangia e l’adesione a regimi alimentari alternativi alimentano una ricerca di salute eccessiva, un ipersalutismo che finisce per avere conseguenze contrarie ai presupposti iniziali. La selezione del cibo diventa un pensiero costante, ossessivo e maniacale che compromette la persona sia dal punto di vista psicologico sia fisiologico, provocando malnutrizione e perdita di peso. Per una donna in età fertile, questo squilibrio può significare anche il blocco del ciclo mestruale. 

    Attività fisica troppo vigorosa

    Un corpo snello e capace di compiere sforzi fisici notevoli: non è solo lo scopo di un’atleta, può essere il desiderio di chiunque. Per raggiungere questo scopo, una donna può sottoporsi ad allenamenti fisici troppo pesanti. Anche in questo caso, il problema è che il corpo brucia e spende energie più di quanto non riesca a ricaricarsi, finché non arriva al punto in cui altri meccanismi biologici risultano alterati.

    Si parla anche di “triade dell’atleta”, un insieme di disturbi alimentari (anoressia, binge eating ecc.), blocco o comunque malfunzionamento del ciclo mestruale e diminuzione della densità ossea (osteoporosi, osteopenia ecc.).

    Farmaci e contraccettivi

    Il metodo probabilmente più diffuso per fermare le mestruazioni, così come per il controllo delle nascite, resta l’uso di contraccettivi a base ormonale. La pillola e la spirale intrauterina sono i dispositivi più noti.

    Nel caso della pillola anticoncezionale, l’assunzione normale prevede una pasticca estroprogestinica al giorno per 21 giorni e una pasticca placebo per 7 giorni, durante i quali la donna ha delle perdite controllate. Questi 7 giorni di pausa consentono all’apparato riproduttivo femminile di mantenere la parvenza di un ritmo naturale di ovulazione ed espulsione dell’ovulo. Volendo, però, è possibile bloccare anche queste perdite minime, saltando la settimana di placebo e assumendo esclusivamente la pillola estroprogestinica. In questo modo, il ciclo mestruale risulterà sempre assente. La spirale intrauterina, invece, è un piccolo dispositivo di forma variabile, progettato per essere inserito nel collo dell’utero, dotato di una membrana contenente una versione sintetica dell’ormone progesterone. Questo, rilasciato lentamente nell’organismo, blocca l’ovulazione  – in modo simile al meccanismo dell’anello vaginale – e causa una riduzione consistente del flusso mestruale, fino eventualmente al blocco totale.

    C’è poi il farmaco Noretisterone, normalmente assunto per contrastare disturbi del ciclo, come endometriosi e sindrome premestruale, e che ha l’effetto di ritardare la comparsa delle mestruazioni. Se non viene preso in giuste dosi insieme ad altri principi ormonali, il noretisterone provoca sì il blocco del normale ciclo ma può avere anche effetti collaterali importanti: vertigini, gonfiori articolari, difficoltà respiratorie e altri sintomi che possono indicare il sopraggiungere di un’eventuale trombosi.

    Inoltre, anche alcuni farmaci antipsicotici e antidepressivi possono agire a livello di ciclo ormonale e provocare sbalzi tali da fermare le mestruazioni: paroxetina, aloperidolo e verapamil sono solo alcuni tra i più noti.

    Tutti i rischi del blocco delle mestruazioni

    Non sono stati ancora diffusi studi specifici sui rischi legati solo ed esclusivamente al blocco del ciclo mestruale. L’unica controindicazione potrebbe essere quella di stressare l’ambiente uterino fino ad arrivare all’infertilità. Tutte le altre possibili conseguenze sono connesse al tipo di metodo che si decide di applicare. Anoressia, sviluppo precoce di malattie cardiovascolari, osteoporosi e osteopenia, forme di dismetabolismo, irsutismo, iperandrogenismo sono tutti possibili risvolti negativi che sopraggiungono nel momento in cui agiamo sui valori ormonali del nostro corpo.

    In breve, nulla vieta di fermare il ciclo mestruale, in certi casi come ad esempio le donne che soffrono molto di dolori, svenimenti e perdite abbondanti, è una tecnica addirittura consigliata. Il punto è non protrarre troppo a lungo il blocco: è impossibile determinare con certezza le conseguenze a lungo termine di uno squilibrio ormonale, senza dubbio aumenterebbe la probabilità di sviluppare patologie secondarie.

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