Mal di schiena psicosomatico: come liberarsene?

Quando il dolore alla schiena non è attribuibile a cause fisiche

mal di schiena psicosomatico

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    La notte fatichi a prendere sonno e gli impegni quotidiani cominciano a essere percepiti pesanti come macigni. Oppure sei una persona piuttosto serena tutto sommato, ma percepisci, come Atlante, di portare il mondo intero sulle tue spalle, complici anche le responsabilità familiari, lavorative e pure quegli hobby che tanto ami ma che non riesci a proprio a prendere più alla leggera.

    Purtroppo, il corpo dopo un po’ di tempo presenta il conto e una mattina finisci per svegliarti sentendo di avere la schiena di Willy il Coyote se non fosse un cartone animato. Ma come può il peso simbolico delle responsabilità ripercuotersi, invece, in maniera così materiale sulla tua schiena?

    Manifestazione fisica di un disagio psicologico

    Non è affatto raro che da un malessere psicologico causato da un carico di stress eccessivo, dalla mancanza di riposo sia fisico che mentale o dall’attraversamento di periodi emotivamente difficili si possa arrivare a conseguenze “tangibili” sul piano fisico.

    Questo fenomeno viene definito psicosomatico da “psico”, un prefissoide derivante dal greco e indicante l’attività mentale umana e “soma”, un termine sempre di origine greca ma indicante il corpo. Un dolore psicosomatico è quindi una dolenza con cause attribuibili al piano psicologico, ma con ripercussioni e manifestazioni fisiche.

    Lo stress è una delle principali cause delle malattie psicosomatiche e fa sì che molte funzioni corporee si deteriorino o non funzionino correttamente. Molto spesso questo si traduce in dolore cronico che va ad alimentarsi vicendevolmente con gli aspetti psicologici della sofferenza.

    Il mal di schiena psicosomatico

    Quando la schiena è bloccata o comunque dolorante si può provare del disagio psicologico e il disagio psicologico può peggiorare il dolore ulteriormente. Inoltre, chi è incline all’ansia tende ad aspettarsi il peggio e ad avere pensieri catastrofici, questo può peggiorare il dolore. Ciò accade perché le vulnerabilità psicologiche possono mutare le attività del cervello e intensificare il dolore.

    Avere tali atteggiamenti psicologici preesistenti può causare anche anomalie nella regolazione della chimica del cervello, in particolare della dopamina, e interferire sulle normali funzioni cerebrali nel controllo emotivo, dell’ansia e dell’attenzione. Di conseguenza, diminuisce il controllo sull’angoscia divenendo maggiormente ansiosi e perdendo la capacità di evadere o distrarsi dal dolore. Inizia la rimuginazione sul dolore, il quale diventa divorante.

    Non sono solo gli atteggiamenti preesistenti a peggiorare il mal di schiena. Il dolore stesso può “ricablare” il cervello. Quando il dolore si manifesta per la prima volta, influisce sui circuiti cerebrali della sensibilità allo stesso. Ma quando il dolore dura, l’attività cerebrale correlata passa dai circuiti del “dolore” ai circuiti di elaborazione delle emozioni. Ecco perché emozioni come l’ansia spesso sono le protagoniste durante problematiche legate al mal di schiena. Ed è per questo che il controllo emotivo diventa molto più difficile, facendo sviluppare anche una tensione muscolare eccessiva legata allo stress.

    Per tensione muscolare si intende una condizione in cui i muscoli del corpo rimangono semi-contratti per un periodo prolungato. La tensione muscolare è tipicamente causata dagli effetti fisiologici dello stress e può portare a episodi di mal di schiena. Lo stress può modificare il sistema nervoso del corpo costringendo i vasi sanguigni e riducendo il flusso sanguigno ai tessuti molli, inclusi muscoli, tendini e nervi della schiena.

    Questo processo provoca una diminuzione dell’ossigeno e un accumulo di prodotti di scarto biochimico nei muscoli, con conseguente tensione muscolare, spasmi e, appunto, mal di schiena. La tensione muscolare viene in genere trattata utilizzando opzioni non chirurgiche per rilassare i muscoli tra cui esercizio fisico, terapia dell’acqua (una pratica originaria del giappone consistente nel bere acqua tiepida appena svegli al mattino) e terapia del calore (migliorare l’afflusso sanguigno di alcune zone del corpo scaldando la parte interessata). 

    Cause da escludere

    Per poter parlare di mal di schiena psicosomatico è necessario poter escludere prima altre cause scatenanti del disturbo. Tra le principali cause di esclusione della natura psicogena del mal di schiena troviamo:

    • Semplice dolore passeggero: può essere provocato da urti accidentali e/o posizioni errate mantenute a lungo. Il dolore tende a sparire in poco tempo solitamente.
    • Patologia medica non ancora diagnosticata: la causa del dolore è da ricercarsi in cause fisiche ancora non diagnosticate.
    • Sintomi e/o reazioni tipiche di una patologia già diagnosticata: alcune malattie possono provocare mal di schiena, perciò in queste circostanze la natura del dolore è attribuibile alla problematica stessa e non a una natura psicologica.
    • Simulazione o disturbi fittizi: può capitare che alcune persone possano simulare o inventare dal niente problemi che in realtà non hanno per accedere a dei “benefici” che un reale malato potrebbe avere.

    Una volta esclusa la natura medica e/o fisica del disturbo si potrà parlare di mal di schiena psicosomatico, rimane comunque al medico indirizzare il paziente nella giusta direzione terapeutica.

    Come risolvere la problematica

    Ottenere una buona consapevolezza di sé e alcune terapie psicologiche possono rivelarsi estremamente efficaci nel contrastare il mal di schiena di natura psicologica. Uno specialista può lavorare al fine di ridurre le vulnerabilità psicologiche preesistenti e cambiare il modo in cui viene percepito il dolore, oltre ad alleviare i fattori psicologici, come ansia e anticipazione del dolore, che tendono a mantenerlo vivo più del dovuto.

    Uno studio ha dimostrato l’efficacia di una tecnica di riduzione dello stress basata sulla consapevolezza, la quale migliora il flusso sanguigno cerebrale al lobo frontale aiutando a ridurre il dolore alla schiena e a migliorare il controllo emotivo, contrastando anche stati d’ansia e depressivi.

    Praticare la consapevolezza implica la concentrazione sul respiro e l’attivazione di un percorso di rilassamento cerebrale in cui si ignora deliberatamente la rimuginazione mentale sul dolore e sui problemi.

    Esistono anche altre forme di trattamento psicologico che possono essere utili, come la terapia cognitivo comportamentale. Si può svolgere in sessioni di gruppo o individuali e può essere benefica anche nel caso si sia sofferto di un singolo episodio di mal di schiena. La terapia cognitivo comportamentale può impedire a un dolore in forma acuta di progredire e di cronicizzarsi.

    A seconda della causa si può tentare anche con il rilassamento muscolare progressivo. Questa è una tecnica in cui si apprende come diminuire l’ansia diventando più consapevoli su come si può irrigidire e poi rilassare il corpo a comando.

    Anche l’ipnosi può aiutare ad alleviare il dolore o eventualmente ci sono anche alcune prove sull’efficacia della combinazione di farmaci psichiatrici e psicoterapie.

    Tuttavia, nonostante sia un disturbo alquanto diffuso, l’epidemiologia del dolore psicosomatico è limitata a un piccolo numero di studi che forniscono stime ancora troppo limitate per avere una visione nitida della problematica. L’importante è avere ben chiaro che nonostante il problema possa essere di natura psicologica non deve necessariamente rimanere “rinchiuso dentro la testa” e tantomeno deve essere banalizzato.

    Citando Giovenale: “Orandum est ut sit mens sana in corpore sano” ovvero “Bisogna pregare affinché ci sia una mente sana in un corpo sano”, specialmente se si considera che la mente (o cervello nella sua definizione maggiormente anatomica) gioca un ruolo fondamentale nei cambiamenti di stato e salute della persona. Ciò è particolarmente vero quando si tratta di cambiamenti basati sul cervello legati a stati di mal di schiena. In tal senso, cambiare la mentalità e la biologia del cervello può aiutare a lenire il dolore.

    Fonti

    Harvard Health Publishing

    NIH

    IntechOpen

    Spine-Health

    La diagnosi in psichiatria. Ripensare il DSM-5 – Allen Frances 

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