Onicofagia: cosa succede quando ci mangiamo le unghie

Gli effetti di un disturbo diffusissimo a cui porre un freno.

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    Da domani smetto. Quante volte ce lo siamo detti? E, puntualmente, domani diventava dopodomani, fino a essere un bel giorno dell’anno duemilamai. Mangiarsi le unghie è un passatempo per niente salutare che sembra non passare mai di moda. Purtroppo, i suoi effetti sono veramente spiacevoli e possono portare a problemi di salute a lungo termine. Capire la gravità del disturbo è il primo passo per trovare la volontà di smettere, soprattutto in tempi di Covid, dove portarsi le mani al volto è un’azione da evitare a tutti i costi.

    Un brutto vizio o una vera e propria patologia?

    L’abitudine ossessiva di mangiarsi le unghie (e talvolta anche le cuticole), in medicina si chiama onicofagia. Il DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) lo conta tra i disturbi del controllo degli impulsi. Di questo tipo di disturbi fa parte anche la tricotillomania. Ciò che caratterizza l’onicofagia, però, è il dolore percepito, il che la rende interpretabile come leggera forma di autolesionismo. Ecco quindi che questo brutto vizio può trasformarsi in un grave disturbo ossessivo-compulsivo all’origine di patologie ancora più gravi.

    C’è da dire che l’onicofagia accomuna le persone stressate e generalmente compare durante l’infanzia o in età preadolescenziale. Col tempo può affievolirsi o sparire del tutto, ma, in 5 persone su 100, il desiderio incontrollato di mangiarsi le unghie resta anche in età adulta. Inoltre, è stato dimostrato che, in alcuni bambini, l’onicofagia può essere associata alla sindrome da deficit di attenzione e iperattività (ADHD), all’ansia da separazione, al disturbo oppositivo provocatorio (ODD), o all’enuresi notturna.

    Perché ci mangiamo le unghie?

    Psicologiche e imitative. Essenzialmente sono queste le cause principali dell’onicofagia. Ormai è risaputo, stress e disagio mentale sono fattori scatenanti di molti disturbi e malattie. In questo caso sono trigger irresistibili che inducono a portare le dita alla bocca per scaricare la tensione o distrarci in momenti di inattività. Negli adolescenti, questa brutta abitudine potrebbe scaturire da emozioni e sentimenti negativi; i bambini potrebbero invece essere spinti a mangiarsi le unghie per imitare una persona di riferimento, come un genitore. Infine, può essere la noia a inasprire la tentazione di rosicchiarsi le unghie. Gli esperti ritengono che, pur non essendo da annoverare fra le vere cause del disturbo, la noia sia un elemento facilitativo: spesso, infatti, le persone che soffrono di onicofagia si ritrovano a stuzzicarsi la punta delle dita proprio durante i momenti morti o di attesa.

    I disastrosi effetti dell’onicofagia

    Che vuoi che sia’, forse è questo che ci viene da dire inconsciamente tutte le volte che ci portiamo le mani alla bocca. Reazione sbagliatissima, perché mangiarsi le unghie, oltre a renderle poco gradevoli dal punto di vista estetico, può avere gravi conseguenze sia fisiche che psicologiche. Per averle più chiare, le riporto in una breve lista:

    • Unghie e cuticole sono dolenti e si infiammano, fino a sanguinare;
    • Problemi dentali e parodontali come usura dei denti, lesioni gengivali, malocclusione dei denti frontali, riassorbimento radicolare apicale, carie e infezioni alla bocca e nella zona periorale;
    • Problemi digestivi: ingerire ripetutamente residui dell’unghia e cuticole interferisce con la regolare digestione;
    • Unghie e cuticole sono molto esposte a batteri e virus: portarle alla bocca mette a rischio di contaminazione tutto il nostro organismo;
    • Flogosi periungueali (o giradito);
    • Paronichia, un’infezione cutanea che può infettare l’area intorno all’unghia;
    • Trasmissione di verruche alla bocca e al corpo;
    • Arresto della crescita delle unghie e deformazione delle dita;
    • Cattivo umore;
    • Stress (indotto dalla resistenza alla tentazione)

    Insomma, l’onicofagia non promette niente di buono. Lo abbiamo sempre saputo in fondo, ma spesso la tentazione è più forte di noi e smettere, dopo tentativi su tentativi, sembra davvero impossibile. Ma siamo sicuri che lo sia?

    Terapie a lungo termine per provare a smettere

    Solo individuando la causa all’origine del disturbo è possibile scegliere i rimedi più efficaci per smettere, una volta per tutte e in modo spontaneo, di mangiarsi le unghie. Se il motivo principale è psicologico, è opportuno agire sullo stress attraverso alcune buone abitudini quotidiane e una terapia con uno specialista (specialmente nei casi di stress acuto e cronico). Quasi tutte le persone che soffrono di onicofagia ammettono di aver cominciato a mangiarsi le unghie durante l’infanzia, molto probabilmente in periodi di ansia o per un semplice meccanismo imitativo. La guida di uno specialista della sfera emotiva può essere fondamentale per risalire alle cause fondanti dell’onicofagia ed estirparle alla radice. Una volta eliminate o contrastate quelle, sarà più facile porre fine al disturbo ossessivo.
    Nel nostro magazine abbiamo già parlato di com’è possibile essere seguiti da uno specialista, anche a distanza.

    Tecniche fai da te per provare a smettere

    Mentre indaghiamo su cosa ci porta veramente a danneggiare unghie e cuticole, a casa possiamo mettere in pratica alcune accortezze che rendono le nostre mani meno ‘appetitose’:

    • Fare la manicure con uno smalto colorato: spendere soldi per prendersi cura della mani è un valido deterrente a non rovinare le unghie;
    • Ammorbidire le cuticole con una crema molto ricca e idratante;
    • Applicare uno smalto amaro, un po’ di aceto o una salsa piccante sulle unghie;
    • Fare la ricostruzione delle unghie con gel o acrilico (anche per sistemare quelle rovinate dall’onicofagia);
    • Indossare un braccialetto elasticizzato e tirarlo ogni volta che si è tentati di rosicchiarsi le unghie;
    • Tenere a portata di mano un antistress, come una pallina di gommapiuma;
    • Tenere le mani impegnate con lavoretti creativi o con faccende casalinghe;
    • Fasciare la punta delle dita con i cerotti e cambiarli varie volte al giorno;
    • Cospargere le mani di crema idratante e tenerle per un po’ dentro a un paio di guanti per ammorbidire unghie e cuticole e dare il tempo alla pelle di rigenerarsi.

    Nessuno ha mai detto che sia facile smettere del tutto, ma anche fare una pausa di qualche giorno o qualche settimana può essere un buon punto di partenza per prendere consapevolezza che non mangiarsi più le unghie non solo è possibile, ma porta anche numerosi benefici al corpo e alla mente!

    Provare per credere.

    Fonti

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