Tumore allo stomaco: i sintomi

Il tumore allo stomaco è il sesto più diffuso nel mondo, e la prognosi a cinque anni dalla diagnosi è una delle peggiori. Quali sintomi dovrebbero mettere in allarme?

uomo si regge la pancia

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    Il tumore allo stomaco è uno dei più diffusi a livello mondiale, con un’incidenza più alta nei paesi asiatici, ed è anche uno dei tumori con una prognosi peggiore a cinque anni dalla diagnosi: questo accade ancora troppo spesso perché la diagnosi arriva tardi. I sintomi del tumore allo stomaco sono infatti, almeno in una fase iniziale, aspecifici, per questo è ancora più importante la prevenzione. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta quando si parla di tumore allo stomaco, di quali sono i sintomi e i trattamenti e se è possibile fare prevenzione.

    Il tumore allo stomaco

    Il tumore allo stomaco è un tumore di tipo maligno, caratterizzato dalla crescita incontrollata di cellule anomale, che possono andare a formare una massa.

    Il 90% dei casi di tumore allo stomaco si origina dalla mucosa dello stomaco e sono detti adenocarcinomi; possono diffondersi agli organi circostanti, danneggiandoli, ed è anche per questo che le possibilità di sopravvivenza dopo cinque anni sono così basse: la diagnosi spesso arriva quando il tumore è già in fase avanzata.

    In particolare, il tumore dello stomaco tende a diffondersi prima ai linfonodi che agli organi vicini; le metastasi più comuni riguardano:

    • peritoneo, che rende spesso impossibile intervenire chirurgicamente
    • fegato
    • polmoni
    • ossa
    • linfonodi

    Le probabilità di sopravvivenza aumentano fino all’80% se si interviene quando è ancora nella fase detta “early gastric cancer”: quando, quindi, non è penetrato troppo in profondità nella parete dello stomaco e non si è esteso a tessuti o organi circostanti.

    I sintomi del tumore allo stomaco

    I sintomi del tumore allo stomaco, almeno in una fase iniziale, sono aspecifici, quindi spesso non viene dato loro troppo peso, ritardando la diagnosi. Fra questi i più diffusi sono:

    • difficoltà nella digestione
    • eruttazione postprandiale
    • sensazione di sazietà e gonfiore
    • nausea, vomito
    • dolore allo stomaco
    • sensazione di bruciore allo stomaco

    Nelle fasi più avanzate, invece, subentrano sintomi che destano più preoccupazione, come:

    • difficoltà a deglutire
    • sangue nelle feci o feci nere
    • perdita di peso
    • spossatezza
    • senso di sazietà precoce

    Proprio perché i sintomi per molto tempo possono non presentarsi o essere blandi, spesso la diagnosi arriva quando il tumore è già in una fase avanzata.

    Cause e fattori di rischio

    Il tumore allo stomaco è una neoplasia multifattoriale, per la quale non sono state ancora individuate delle cause dirette. Sono stati analizzati però i fattori di rischio che rendono più probabile lo sviluppo di questo tumore. Fra questi, alcuni riguardano lo stile di vita, come:

    • alimentazione: una dieta ricca di amidi, grassi, additivi alimentari, cibi conservati sott’olio, sotto sale o affumicati sembra favorire lo sviluppo di un tumore allo stomaco; anche se nessuno di questi alimenti ne è la causa diretta, esiste un legame fra il consumo di carne lavorata (ad esempio i salumi) e il tumore allo stomaco
    • fumo: nei fumatori le probabilità di sviluppare un tumore allo stomaco aumentano del 40%, e in generale è un fattore di rischio per tutti i tipi di tumore; inoltre, nei pazienti fumatori è possibile riscontrare una minore responsività ai trattamenti

    Anche alcune patologie pregresse possono essere un fattore di rischio, come:

    Come si vede, in molti casi il rischio si lega a uno stato di infiammazione prolungato, causato ad esempio da uno stile di vita scorretto oppure da malattie autoimmuni.

    Un’altra condizione che provoca infiammazione della mucosa gastrica e che è legata alla possibilità di sviluppare un tumore allo stomaco è l’infezione da Helicobacter pylori; si tratta di un batterio che vive nello stomaco e che può essere del tutto innocuo. L’infezione può essere asintomatica oppure manifestarsi con gastriti e ulcere del duodeno (il primo tratto dell’intestino) ed è risolvibile con una cura antibiotica.

    In alcuni casi può esserci una predisposizione genetica dovuta alla mutazione di un particolare gene e il tumore allo stomaco tende a insorgere in giovane età, in media intorno ai 38 anni.

    Infine, hanno un ruolo anche l’età avanzata e l’obesità.

    Diagnosi e trattamento

    La diagnosi avviene attraverso esami strumentali che indagano anche la tipologia e l’estensione del tumore. Come abbiamo visto, i primi sintomi sono aspecifici e possono indurre a ritardare ulteriori accertamenti; è però molto importante prestare attenzione a quei segnali di allarme, visto che la tempestività è fondamentale per i trattamenti e la successiva prognosi.

    Fra gli esami che possono essere prescritti in caso di sospetto tumore allo stomaco ci sono:

    • risonanza magnetica: viene eseguita quando altri esami hanno dato risultati non chiari o si sospetta un problema addominale
    • TAC: viene eseguita in un primo momento per definire l’estensione del tumore e in seguito di controllo
    • esofago-gastro-duodenoscopia: attraverso un endoscopio flessibile inserito dalla bocca; questo esame permette di vedere la prima parte del tubo digerente e dà anche la possibilità di eseguire una biopsia
    • eco-endoscopia: attraverso un endoscopio con sonda a ultrasuoni, è possibile valutare l’estensione del tumore alle pareti dello stomaco e ai linfonodi adiacenti
    • PET: questo esame serve per diagnosticare eventuali metastasi lontane dal punto di origine del tumore e per conoscere la sua rapidità di crescita
    • esame istologico: viene effettuato sul materiale prelevato per definirne la natura e il sottotipo di tumore

    Una volta fatta la diagnosi, il trattamento dipenderà dalla tipologia di tumore allo stomaco. Gli approcci possono essere:

    • chirurgico: la gastrectomia (ovvero l’operazione di rimozione di una parte o di tutto lo stomaco), viene intrapresa quando il tumore è in una fase iniziale o in seguito a recessione dovuta alle ulteriori cure; spesso vengono asportati anche i linfonodi regionali a scopo preventivo
    • chemioterapia: può essere indicata, a seconda dei casi, prima dell’operazione chirurgica per ridurre la neoplasia e renderla asportabile, oppure dopo per prevenire recidive
    • radioterapia: di solito è impiegata post-operazione per residui tumorali oppure, analogamente alla chemioterapia, come trattamento di prevenzione delle recidive
    • negli ultimi anni sta dando risultati sempre più promettenti anche l’immunoterapia, fatta con anticorpi monoclonali: legandosi ai recettori delle cellule tumorali, attivano il sistema immunitario contro queste ultime

    A volte, quando il quadro è particolarmente grave, possono essere fatti trattamenti palliativi, volti a migliorare i sintomi, come l’inserimento di un endoprotesi se c’è un’ostruzione a livello dello stomaco o del duodeno o di un bypass gastro-intestinale.

    Prevenzione

    Prevenire il tumore allo stomaco non è così semplice, perché ancora oggi si sa ancora poco delle sue cause. Le ricerche e gli studi hanno però evidenziato come sussistano alcuni fattori di rischio che possono favorire il suo insorgere; fra questi rientrano anche aspetti dello stile di vita, come l’alimentazione e l’abitudine al fumo.

    Il modo migliore per prevenire lo sviluppo del tumore allo stomaco (e non solo) è attraverso il proprio stile di vita, adottando abitudini salutari a partire dalla tavola, dove sarebbero da evitare:

    • cibi fritti
    • cibi conservati sotto sale, sott’olio e affumicati
    • alimenti che contengono additivi alimentari

    A questo si aggiunge, ovviamente, l’astensione dal fumo.

    Un altro strumento importante per la prevenzione del tumore allo stomaco, patologia che esordisce in modo spesso asintomatico, sono i controlli periodici; se nei Paesi in cui è maggiormente diffuso, come Giappone, Cina, Islanda e Cile, esistono dei programmi di screening, in Italia non è ancora così. In presenza di fattori di rischio, fra cui la storia familiare e l’età, e/o di sintomi, è sempre bene rivolgersi al proprio medico: la tempestività di intervento resta infatti lo strumento più efficace.

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