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Miele: quali sono i suoi benefici?

Dagli antichi Egizi a oggi il miele è una presenza costante nella vita quotidiana delle persone. Quello che c’è da sapere sul cibo degli Dei

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    Il miele è certamente il primo alimento che ci viene in mente quando pensiamo a qualcosa di piacevole, persino in maniera eccessiva. “Luna di miele”, “smielato”, “nuotare nel miele”, “avere il miele sulle labbra e il veleno nel cuore” o “avere il miele in bocca e il rasoio alla cintola”, sono termini e modi di dire comuni che ci fanno capire come il miele sia sempre presente nella nostra vita. Ma come nasce il miele? Quali sono i suoi benefici? E quanti tipi ne esistono? Vediamolo insieme.

    Storia del miele

    L’origine della parola miele è incerta anche se sembra derivare dal termine ittita,lingua indoeuropea parlata in Anatolia nel II millennio a.C., “melit”.

    Di certo c’è però che, per millenni, il miele è stato l’unico alimento zuccherino concentrato disponibile sul mercato e le prime tracce di arnie (le classiche “casette” delle api) risalgono al VI millennio a.C.

    Amato dagli Egizi, che lo portavano anche nell’Aldilà (in vasi deposti nelle tombe) e lo utilizzavano a scopo alimentare e medico, per curare disturbi digestivi, piaghe e ferite, il “cibo degli Dei”, come lo definivano i Greci, era un alimento al centro della vita anche degli antichi Romani che lo importavano per poi usarlo come dolcificante o per la produzione di birra, salse e idromele.

    Con l’arrivo dello zucchero raffinato industrialmente il miele ha perso il ruolo centrale di dolcificante ma ancora oggi rappresenta un prodotto che difficilmente manca in cucina.

    Ma quanti tipi di miele ci sono? Vediamolo insieme.

    Miele: quanti tipi ne esistono?

    Tracciare un guida completa al miele richiederebbe moltissimo spazio, perché ne esistono veramente molte varianti con caratteristiche diverse tra loro.

    Solo in Italia sono presenti quasi sessanta tipi di miele e si va da quello di acacia, dalla consistenza liquida e dal sapore neutro, fino a quelli rari come quello al rosmarino e al tamerice. Regionali (il miele di barena, prodotto solo nella laguna veneta) o coltivati estesamente (il miele di agrumi, presente in Basilicata, Calabria, Lazio, Campania, Sardegna e Sicilia), i tipi di miele possono accontentare tutti i palati e in base alla fioritura da cui è raccolto il nettare si possono notare le principali differenze.

    Esistono, infine, ma fuori dai nostri confini nazionali, anche tipi di miele tossici, a causa della presenza della gralanotossine, gruppo di tossine che possono essere trovate nel miele e che provocano una rara reazione allergica.

    Caratteristiche e benefici del miele

    Indipendentemente dalla varietà, il miele si caratterizza per essere composto da:

    • glucosio
    • fruttosio
    • acqua
    • polline
    • sali minerali

    Dei ventiquattro zuccheri del miele, il fruttosio è quello più presente (è già contenuto nel nettare) e la sua presenza gli regala un potente effetto dolcificante ed energizzante.

    Nel miele coesistono inoltre:

    • oligoelementi
    • vitamine
    • derivati dell’acido caffeico
    • enzimi
    • sostanze battericide
    • sostanze antibiotiche

    Il miele, infine, è consigliato nella medicina erboristica perché grazie alle sue caratteristiche:

    • è utile nella cura del sistema emopoietico
    • favorisce la cicatrizzazione e l’idratazione
    • migliora il sonno e favorisce la concentrazione
    • calma la tosse e scioglie i catarri, diluito in latte o tè caldo
    • svolge un’azione ipotensiva
    • regolarizza l’attività intestinale

    Per produrre questa dolcezza servono però delle operaie speciali: le api.

    Come nasce il miele? 

    Alla base della produzione del miele c’è l’ape che trasforma le sostanze zuccherine che raccoglie in natura.

    Attraverso la ligula (comunemente conosciuta come “proboscide”), le api bottinatrici raccolgono il nettare dei fiori in una loro cavità, la borsa melaria, nel quale lo addizionano di enzimi.

    Una volta nell’arnia l’ape rigurgita il nettare che, grazie al passaggio di ape in ape, continua il suo processo di trasformazione in miele.

    Un processo di disidratazione del nettare che avviene attraverso altre due categorie di api: quelle operaie che depongono il nettare lungo le pareti delle celle e quelle ventilatrici che garantiscono il corretto livello di areazione.

    Infine, quando il miele è pronto le api lo sigillano nei favi dei melari e può iniziare il lavoro umano che prevede le varie fasi di asportazione dei melari, di stoccaggio dei melari, di disopercolatura, di smielatura, di filtraggio, di decantazione, di invasettamento, di cristallizzazione e di stoccaggio finale.

    Nessun problema poi per la conservazione. Se ben protetto da condizioni di eccessiva umidità o fonti dirette di calore e ben sigillato, il miele può mantenersi in perfetta forma anche per millenni.

    Come nel caso di un barattolo ritrovato in una tomba egizia. Aveva solo 3.300 anni.

     

    Stai pensando di inserire il miele nella tua dieta? Ecco qualche consiglio per garantisri un perfetto equilibrio a tavola!

     

     

     

    Fonti

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