Come si accoppiano le galline?

In tanti se lo chiedono ma in pochi lo sanno: guardiamolo insieme

accoppiamento galline

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    È una domanda che angustia tutti noi: ma galli e galline come si accoppiano realmente? Lo so, la questione è di quelle toste, ma non temere: siamo qui proprio per toglierti ogni dubbio.

    Gonadi asimmetriche

    A onor del vero va detto che la procreazione tra polli è più strana di quanto si possa immaginare. Innanzitutto per le gonadi. Se prendiamo l’essere umano, ad esempio, ha una gonade per ciascun lato, il destro e il sinistro (le ovaie per le femmine, i testicoli per i maschi). Lo stesso discorso non può essere applicato alle galline, che hanno una sola ovaia funzionante, cosa tipica dei volatili (si dice per facilitare il volo); i galli però hanno due testicoli di pari dimensioni, al contrario degli uccelli che hanno il testicolo sinistro più grande del destro. 

    Assenza di organi copulatori

    Come per la maggior parte dei volatili, galli e galline non hanno genitali esterni. Entrambi, per procreare, usano un orifizio esterno chiamato cloaca. Quando le due cloache vengono a contatto, il gallo trasferisce il suo sperma nel tratto riproduttivo femminile. Come si può intuire, non avviene alcuna penetrazione, di romantico c’è poco (considerando anche che la cosa dura al massimo 20 secondi), nonostante l’atto venga identificato con un nome dal suono esotico:  ‘’bacio cloacale’’. Piccola parentesi: questa non è l’unica funzione della cloaca. Viene usata anche per defecare. Ma non temere: le uova non si sporcano di feci. Quando le galline depongono, l’utero si capovolge oltre la cloaca in modo da non toccare niente di nocivo.

    Detto questo, torniamo a noi. Dunque, una volta nella cloaca, lo sperma si dirige verso gli organi riproduttivi della femmina attraverso l’ovidotto. Arrivato all’utero non si ferma, ma prosegue attraverso una specie di restringimento chiamato istmo, poi il magnum e infine l’infundibolo, dove aspetta l’arrivo delle uova in fase di formazione.

    Dopo l’accoppiamento, nella gallina può rimanere abbastanza sperma per fertilizzare le sue uova per una settimana o più.

    Molte galline sono vergini

    E qui dobbiamo fare una doverosa precisazione. Le uova che noi siamo abituati a comprare al supermercato, vengono, con assoluta certezza, da galline che probabilmente non hanno mai visto un gallo. E com’è possibile, direte voi? Eh già. Alla gallina, per far nascere un uovo, non serve lo sperma del gallo, bensì la luce. In natura, questi volatili si riproducono e depongono uova in primavera/estate, quando fa più caldo, quando le giornate si allungano e la luce del sole irradia la terra per molto più tempo. Negli allevamenti industriali, quella condizione viene riprodotta artificialmente. E le uova che ne escono non hanno il pulcino al suo interno, a differenza di quelle fertilizzate dopo aver ricevuto lo sperma del gallo. Quindi ecco che la maggior parte delle galline espellono uova rimanendo vergini. Strano, eh?

    Il pigmento del guscio

    Vorrei fare una particolare menzione per le uova della gallina. Il volatile riesce a liberare un uovo ogni 24 o 48h. E per fare un uovo bastano 26 ore, di cui 20 per modellare il guscio. Sì, la quasi totalità. Il guscio è la fase più delicata, perché nelle ultime ore di elaborazione viene aggiunto il pigmento che dà poi il colore. E il colore è importante perché indica lo stato di salute di una gallina. Ci sono vari pigmenti che possono dare all’uovo il colore marrone o quello blu, ad esempio. Nello specifico, quello blu è dato dal pigmento chiamato biliverdina, che in un certo senso è il precursore della bilirubina presente nel sangue. Dopo varie discussioni, uno studio ha mostrato che la biliverdina non viene dal sangue del pollo ma viene prodotta separatamente dall’utero. è interessante notare che una recente ricerca ha dimostrato che l’enzima che converte la bilirubina in biliverdina nell’uomo è un importante regolatore della risposta immunitaria innata.

    Credevate fosse tutto più semplice, dite la verità.

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