L’eiaculazione retrograda

Cause e cure di uno dei disturbi dell’eiaculazione meno conosciuti

eiaculazione retrograda

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    L’eiaculazione maschile si manifesta con l’orgasmo, determinando solitamente la fine dell’erezione ed è un processo fisiologico controllato dal sistema nervoso autonomo.

    L’emissione dello sperma dall’estremità del pene (meato dell’uretra) avviene in due fasi:

    • Contrazione degli organi riproduttivi interni: i vari componenti dello sperma vengono “raccolti” e “trasferiti” all’interno della base dell’uretra, il tutto sotto il controllo del sistema nervoso autonomo. Questa tappa avviene immediatamente prima dell’orgasmo.
    • Eiaculazione vera e propria: è la fuoriuscita dello sperma attraverso l’uretra. Il liquido seminale viene spinto fuori tramite una contrazione ritmica e involontaria dei muscoli attorno alla base del pene e dell’ano.

    Sono definibili come due fasi ben distinte, tuttavia una volta avvenuta la prima è molto difficile per l’uomo trattenere volontariamente il secondo momento dell’eiaculazione (inevitabilità dell’eiaculazione).

    L’eiaculazione può presentare differenti disturbi, ognuno dei quali presenta specifiche sintomatologie e modalità di intervento. I principali sono:

    Probabilmente l’eiaculazione retrograda è il disturbo meno comune riguardante questo aspetto dell’orgasmo maschile, motivo per cui ne andremo a parlare a breve.

    Cos’è l’eiaculazione retrograda

    In circostanze normali, l’eiaculazione spinge lo sperma attraverso l’uretra fino a espellerlo dalla punta del pene. Questo avviene perché un piccolo sfintere all’ingresso della vescica chiude l’apertura di quest’ultima e impedisce l’ingresso dello sperma. 

    Nell’eiaculazione retrograda, la normale funzione del muscolo che chiude la vescica è compromessa. Ciò consente a tutto o parte del seme di spostarsi all’indietro (da lì il termine “retrograda”) nella vescica al momento dell’eiaculazione. Ciò provoca la mancata espulsione dello sperma (o comunque in quantità molto ridotte).

    Sintomi

    Tra i sintomi osservabili in caso di eiaculazione retrograda non troviamo deficit dell’erezione o nell’avere un orgasmo, ciò infatti non influenza la libido maschile e nemmeno la potenza sessuale. Tuttavia, quando si raggiunge l’apice del piacere, lo sperma entra nella vescica invece di uscire dalla punta del pene, causando:

    • orgasmi in cui l’eiaculazione è assente o molto limitata;
    • urina torbida dopo l’atto sessuale (contiene lo sperma non espulso durante l’orgasmo);
    • incapacità di mettere incinta una donna (infertilità maschile).

    Cause dell’eiaculazione retrograda

    Questo disturbo dell’eiaculazione colpisce particolarmente uomini con patologie come la sclerosi multipla e/o il diabete. Ma esistono anche altre cause che possono portare a una condizione di eiaculazione retrograda.

    Danni da intervento chirurgico

    Alcuni tipi di interventi chirurgici sui dischi e sulle vertebre della colonna vertebrale inferiore possono provocare il disturbo. Altre cause possono essere:

    Chirurgia della prostata: Gli uomini che hanno avuto una prostatectomia transuretrale (rimozione del tessuto prostatico attraverso l’uretra) hanno una probabilità del 10-15% di riscontrare il problema. Una prostatectomia (intervento chirurgico per rimuovere l’intera ghiandola prostatica, sia in caso di cancro che per un ingrandimento benigno) comporta un rischio maggiore di eiaculazione retrograda dopo la procedura.

    Chirurgia su alcune parti della vescica: Ampia chirurgia pelvica, in particolare per il trattamento del cancro della prostata, dei testicoli, del colon o del retto.

    Effetti collaterali dei farmaci

    Alcuni farmaci possono essere la causa di un disturbo di eiaculazione retrograda, tra questi troviamo quelli utili per il trattamento di:

    • Ghiandola prostatica ingrossata: tamsulosina (Flomax), alfuzosina (Uroxatral) o terazosina (Cardura);
    • Depressione: in particolare inibitori selettivi del reuptake della serotonina (SSRI) come fluoxetina (Prozac), sertralina (Zoloft) e molti altri;
    • Psicosi: come clorpromazina (Thorazine), tioridazina (Mellaril) e risperidone (Risperdal)

    Diagnosi

    Nella maggior parte dei casi, la diagnosi viene effettuata da un medico di base o da un urologo. Il medico potrebbe chiedere di eventuali problemi di salute, la storia sessuale del paziente, di interventi chirurgici effettuati, tumori avuti e quali farmaci si assume.

    Queste domande saranno seguite da un esame fisico approfondito, che probabilmente includerà un esame del pene, dei testicoli e del retto. Può essere necessario un esame delle urine per valutare la presenza di sperma dopo aver avuto un orgasmo. Questa procedura viene di solito eseguita presso lo studio medico. Viene richiesto di svuotare la vescica, masturbarsi fino all’orgasmo e quindi, successivamente, di fornire un campione di urina per le analisi di laboratorio. Se si riscontra un alto volume di spermatozoi nelle urine, si ha una diagnosi di eiaculazione retrograda.

    Se si riscontrano orgasmi secchi (senza eiaculazione), ma il medico non trova tracce di sperma nella vescica, potrebbe essere invece un problema con la produzione di sperma.

    Trattamento

    La maggior parte degli uomini che soffrono di eiaculazione retrograda non necessitano di trattamenti specifici. Se la condizione è un effetto collaterale dei farmaci, il medico potrebbe suggerire la sostituzione del farmaco risolvendo così il problema.

    In alcuni uomini, se l’eiaculazione retrograda interferisce con la fertilità, può richiedere un trattamento variabile a seconda della causa. Se l’eiaculazione retrograda sembra essere correlata a un lieve problema nervoso o muscolare della vescica, il medico tratterà con un farmaco atto a migliorare il tono muscolare all’ingresso della vescica.

    Se l’eiaculazione retrograda è il risultato di gravi danni ai nervi o ai muscoli della vescica, potrebbe non essere possibile ripristinare la normale eiaculazione. In questo caso, se si desidera avere un figlio, uno specialista della fertilità potrebbe essere in grado di offrire un giusto aiuto e supporto.

    È possibile infatti raccogliere lo sperma dalle urine e, una volta “ripulito”, utilizzarlo per una procedura di fecondazione assistita. Le principali procedure sono:

    • Inseminazione intrauterina;
    • Fecondazione in vitro;
    • Iniezione intracitoplasmatica di spermatozoi (iniettando un singolo spermatozoo nell’uovo del partner per la fecondazione).

    Conclusione

    Per molti uomini ciò che serve è la rassicurazione che l’eiaculazione retrograda non è un grave problema medico e che non è un segno di una condizione grave. Può provocare alcune difficoltà e frustrazioni, ma richiedendo l’aiuto di un medico specialista la soluzione trova quasi sempre un lieto epilogo.

    Fonti

    I commenti

    Nicola20 ottobre 2021

    Articolo bello, peccato raccolga le tante balle raccontate dei medici. Penso lo facciano a fin di bene, una sorta di sistema placebo, ma ben pochi tra coloro che soffrono di eiaculazione retrograda se la bevono.
    Il problema? E’ che non ti senti più un uomo completo e in fin dei conti, non lo sei più. L’eiaculazione è un fortissimo simbolo virile e non averla è castrante. Inoltre non raccontiamo la frottola che il piacere resti lo stesso. Balle ballissime! Resta un dieci per cento. L’insoddisfazione sarà la tua compagna.
    E ancora, non raccontiamo che la soluzione si trovi quasi sempre. Non si trova quasi mai. Infatti la principale causa di eiaculazione retrograda è dovuta a interventi chirurgici, senza possibilità di guarigione. Se il collo vescicale è demolito o seriamente danneggiato da bisturi, resettore o laser che sia, non può più svolgere la propria funzione. E non ci sono soluzioni. Se è dovuta ad alfa litici, è vero che se li sospendi torna… a volte…ma tornano i problemi…

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