Dacnofilia: quando i morsi accendono il rapporto

Scopriamo come, durante l'intimità, il morso può divenire la fonte di un'animalesca eccitazione e il mezzo per esprimere le pulsioni carnali più profonde.

morsi durante il sesso

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    Fra le lenzuola, dove tutto, se consensuale, è concesso, possiamo trovare anche la dacnofilia, una pratica hot facente parte del più vasto mondo del “rough sex“. Nonostante comprenda morsi più o meno forti, non ha niente a che vedere con il cannibalismo e non riguarda solo gli essere umani: sapevi che oltre quaranta specie di mammiferi si mordono durante l’atto sessuale?

    Rough Sex

    La dacnofilia, come espressione di un’attrazione intensa e come pratica volta ad aumentare l’eccitazione di entrambe le persone della coppia, rientra in quello che è definito “rough sex”, cioè sesso spinto, che può comprendere anche pratiche che nella vita quotidiana sono considerate violente.

    Si distingue dal BDSM per una minore codificazione e per essere a tutti gli effetti un atto sessuale. Nel BDSM, invece, molte pratiche portano all’eccitazione mentale e sensoriale senza per forza comprendere un rapporto sessuale vero e proprio.

    Il rough sex è un mondo molto eterogeneo, che comprende tutte quelle pratiche più istintive e primordiali, come sculacciare, tirare i capelli, stringere la gola del partner e anche mordere. Sono modi di dimostrare la propria eccitazione e attrazione che possono lasciare anche veri e propri segni fisici su chi li pratica.

    Per questo è necessario che fra i due partner ci sia fiducia reciproca e comunicazione. In questo ambito il confine fra erotismo e violenza è labile e mutevole e sta alle parti in gioco riconoscere dov’è il proprio limite e accettare quello dell’altro.

    L’importanza del consenso

    Il consenso di entrambi è quindi fondamentale per non sfociare nella violenza vera e propria. Spesso, come per il BDSM, si possono ricreare le dinamiche dominato-dominatore, che fanno parte esse stesse, al di là di morsi, graffi e schiaffi, dell’eccitazione che il rough sex può procurare.

    In questo senso può essere utile prendere in prestito dal mondo BDSM la “safe word”, cioè una parola conosciuta da entrambi (di solito usata da chi viene dominato) che quando viene pronunciata mette fine a quello che si sta facendo.

    Ma quanto è diffuso e apprezzato il sesso spinto? Ha una sua valenza simbolica?

    La popolarità del rough sex

    Il momento del sesso fra persone che provano attrazione reciproca può essere una zona franca, dove è possibile ribaltare gli stereotipi o al contrario portarli all’estremo. Il sesso si caratterizza anche per una positiva perdita di controllo su se stessi, soprattutto se c’è fiducia reciproca e comunicazione su quello che le due persone preferiscono o, al contrario, vogliono evitare.

    Fare sesso violento (e consensuale) sembra, in questo contesto, particolarmente apprezzato sia dagli uomini che dalle donne. Darebbe la possibilità ai partecipanti di oltrepassare quella linea sottile che separa ciò che è socialmente accettato e ciò che invece può rappresentare un’evasione condivisa dalle sovrastrutture. E questo sia che infranga gli stereotipi, sia che li ricalchi e li estremizzi.

    Ricordiamo che il sesso è solo una parte della propria vita, che non ci definisce in quanto persone; per questo possono convivere idee di parità di genere e pratiche sessuali durante le quali, una volta ogni tanto o spesso, è eccitante essere dominati e giocare a incarnare quegli stereotipi che magari passiamo il resto della vita a combattere.

    Dacnofilia: perché durante il sesso viene voglia di mordere?

    La dacnofilia, letteralmente il piacere sessuale derivante dal mordere il partner o dall’essere morsi, rientra a pieno titolo in quelle pratiche che fanno parte del rough sex. Ma perché è eccitante mordere qualcuno durante un atto sessuale?

    Non è né una parafilia né una perversione e tanto meno un reato (a meno che non sfoci nell’ossessione o che non ci sia consenso). Nonostante spesso nelle dinamiche di coppia possa essere letto simbolicamente come un marchio di possesso, il morso durante il sesso non ha niente a che vedere con il cannibalismo o con tendenze antropofagiche.

    Anzi, è una pratica molto diffusa o apprezzata a vari livelli, che vanno da morsi leggeri sulle zone erogene del corpo a morsi più decisi che a volte, appunto, possono anche lasciare un segno e provocare del piacevole dolore.

    Il piacere che se ne può trarre è infatti reciproco: se da un lato chi morde lo fa in ragione dell’attrazione ed eccitazione che prova, tali da infrangere quello che è eticamente e socialmente accettato, chi viene morso percepisce il desiderio estremo dell’altra persona.

    Nello specifico, oltre alle dinamiche che si possono creare nella coppia e che possono essere vissute come particolarmente eccitanti, mordere il partner significa anche andare a stimolare punti ricchi di terminazioni nervose. Ed è questo che lo rende piacevole anche per chi ha un ruolo “passivo”.

    Dove i morsi danno più piacere

    Il corpo umano è pieno di zone erogene che possono essere stimolate in vario modo per aumentare l’eccitazione e la soddisfazione derivanti dal rapporto sessuale.

    Vediamo quelle su cui insistere anche con morsi per aumentare il piacere:

    • le labbra: tra le zone più erogene, non sono fatte solo per baciare ed essere baciate!
    • il collo: ricco di terminazioni nervose
    • le orecchie: soprattutto nella zona del lobo
    • i capezzoli: sia nelle donne che negli uomini
    • i glutei: che hanno anche questi molte terminazioni nervose

    Anche qui è doveroso specificare che l’intensità dei morsi e le zone su cui concentrarsi devono sempre incontrare il consenso della persona che riceve i morsi.

    Il morso: un segno di amore non solo carnale

    Uno studio dell’Università di Yale, condotto dalla dottoressa Oriana Aragon, ha ipotizzato che la tendenza a mordere qualcuno verso cui proviamo affetto o amore sia un meccanismo regolatore delle emozioni. La teoria del team di studiosi è che il morso sia un’espressione dismorfica di amore.

    L’apparente aggressività di questo gesto sarebbe causata da un eccesso di sentimento (positivo), tanto che chi si trova a mordere sarebbe sopraffatto da quello che prova. Il nome che è stato usato è quello diaggressione tenera”.

    Lo studio in particolare si concentrava sulla voglia di mordere che suscita qualcosa di molto tenero, come un bambino piccolo o un animale. Sarà infatti capitato a tutti di dire a un neonato paffutello o a un cane «Ti prenderei a morsi!».

    Ad esempio, è stato dimostrato che l’odore dei bambini innesca nel cervello una reazione simile a quella che si prova di fronte a un piatto di lasagne fumanti.

    Niente di perverso quindi, né dentro né fuori dalla camera da letto, per quanto il morso possa assumere nei vari casi una valenza e una forza diverse. L’impulso di mordere qualcuno a cui vogliamo bene o che ci attrae rientra in quei comportamenti improvvisi e inaspettati che si manifestano con azioni contrarie a quel che si prova e solitamente interpretate come negative.

    Fonti

    Lelo
    PsicologoinRete
    StateofMind
    O. R. Aragón, J. A. Bargh, M. S. Clark, R. L. Dyer, Psychological Science, Vol. 26(3), 2015, pp. 259–273
    K. Ryan, S. Mohr, “Gender differences in playful aggression during courtship in college students”, Sex Roles, 53, pp. 591–601

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