Per descrivere una condizione di digestione difficile prendiamo in prestito le parole del dottor Anton Emmanuel, consulente gastroenterologo presso l’University College Hospital di Londra, che afferma:
“La maggior parte dei problemi digestivi ha a che fare con lo stile di vita, i cibi che abbiamo mangiato o lo stress. Ciò significa che adottare misure per cambiare il proprio stile di vita può aiutare, e spesso prevenire, molti di questi problemi”
Molto spesso, una digestione difficoltosa è il sintomo di una problematica primaria, ma talvolta può essere anche la causa di diversi disturbi. Approfondiamo insieme il concetto di “digestione difficile” e cerchiamo di imparare a riconoscerla per trovare una soluzione alle principali cause scatenanti.
Cosa si intende per digestione difficile?
Per digestione difficile si intende una condizione in cui il cibo ha difficoltà ad attraversare l’apparato digerente correttamente e in maniera ottimale. Può essere causata da problematiche funzionali o strutturali, distinguibili per le loro caratteristiche e per la loro natura.
Funzionali: sono quelle problematiche in cui il tratto gastrointestinale non presenta anomalie, ma non svolge correttamente il suo lavoro. Solitamente sono tra i problemi più comuni che possono interessare tutto l’apparato digerente e solitamente si presentano come costipazione, sindrome dell’intestino irritabile, nausea, meteorismo, intossicazioni alimentari, gonfiore, reflusso gastroesofageo e diarrea.
Strutturali: le problematiche strutturali sono quelle in cui l’apparato digerente, oltre a mostrare anomalie, comporta anche disturbi legati alla sua funzionalità. Non è da escludere che si debba ricorrere a una soluzione chirurgica per risolvere il problema, che molto spesso può consistere in stenosi, emorroidi, ragadi, diverticolite, polipi del colon, cancro del colon e malattie infiammatorie intestinali.
I sintomi di una digestione difficoltosa
I sintomi legati alle difficoltà digestive possono essere molteplici, così come le problematiche che le possono provocare. Tuttavia, tipicamente i segnali che tendono ad essere presenti in buona parte dei disturbi possono essere riassunti in:
- senso di pesantezza generale;
- reflusso gastroesofageo;
- flatulenza ed eruttazione;
- dolore di stomaco;
- malessere generale;
- acidità di stomaco;
- gonfiore addominale;
- difficoltà nella defecazione;
- episodi di mobilità intestinale scarsi o nulli.
Nel caso si presentino sintomi più allarmanti come la presenza di sangue nelle feci, diarrea che si protrae a lungo e vomito insistente è consigliabile consultare immediatamente il proprio medico e indagare sulle cause.
Quali sono le cause?
Molti fattori, legati alla dieta o alle cattive abitudini, possono alterare il tratto gastrointestinale e la sua motilità (capacità di continuare a muoversi). I più comuni tra questi possono essere:
- una dieta povera di fibre;
- sedentarietà;
- cambiamenti nella routine;
- viaggi e/o jet lag;
- mangiare grandi quantità di latticini;
- affaticamento generale;
- resistenza alla defecazione (spesso causata dal dolore al momento di defecare, come nel caso delle emorroidi);
- abuso di farmaci antidiarroici;
- indebolimento dei movimenti dei muscoli intestinali da abuso di farmaci;
- assunzione di medicinali antiacidi contenenti calcio o alluminio;
- assunzione di antidepressivi, integratori di ferro e antidolorifici potenti;
- indigestione.
Tuttavia, talvolta le cause possono essere legate a situazioni patologiche, condizioni fisiche non patologiche e/o non dipendenti dalle abitudini quotidiane. Tra queste è possibile individuare:
Gravidanza: nei mesi precedenti al parto è possibile, se non comune, che una donna possa sperimentare difficoltà legate alla digestione, che molto spesso possono essere ricollegabili alla stitichezza.
Stipsi: la stitichezza, o stipsi, è una problematica legata alla difficoltà di evacuazione, in cui la defecazione è poco frequente (meno di tre eventi alla settimana) o incompleta, con possibile presenza di dolore o di feci dure. La stitichezza è solitamente causata da un’alimentazione inadeguata, carente di fibre e/o liquidi o da un’interruzione della normale routine.
La stitichezza ti fa sforzare durante un movimento intestinale. Può causare feci piccole e dure e talvolta problemi anali come ragadi ed emorroidi. La stitichezza è raramente il segno di una condizione medica più grave.
Sindrome dell’intestino irritabile: conosciuta anche come colite spastica o sindrome del colon irritabile è una condizione funzionale in cui il muscolo del colon si contrae più o meno spesso della frequenza e intensità normale. Alcuni cibi, medicine e lo stress emotivo possono rappresentare alcuni dei fattori scatenanti della sindrome dell’intestino irritabile.
Ovviamente può capitare che si presentino delle difficoltà digestive anche non rientranti nelle categorie sopra elencate. Per questo, in caso di disturbi o sensazioni di disagio è consigliabile rivolgersi al proprio medico per investigare sulla questione e approfondire le cause.
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