Epatite C: la trasmissione

La trasmissione dell’epatite C avviene attraverso il contatto con sangue infetto; vediamo di cosa si tratta e come è possibile prevenirla

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    L’epatite C è una malattia del fegato causata da un virus; può restare a lungo asintomatica, e questo favorisce la trasmissione, che avviene più spesso in modo orizzontale e più raramente in modo verticale. Il miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie e la maggiore affidabilità dei test sul sangue hanno ridotto il numero di persone che la contraggono, ma esistono ancora dei fattori di rischio. Come si trasmette l’epatite C e come si può prevenire il contagio?

    Cos’è l’epatite C?

    L’epatite C è una malattia infettiva che colpisce il fegato ed è causata dal virus HCV (Hepatitis C Virus). La presenza del virus nel sangue lo rende infetto, ed è proprio attraverso questo che si può trasmettere da un individuo all’altro.

    Il virus HCV distrugge le cellule del fegato, causando un’infiammazione protratta nel tempo, perché spesso è inizialmente asintomatica e la diagnosi arriva quando l’infezione è già in una fase avanzata. Si possono individuare tre fasi dell’infezione:

    • incubazione
    • fase acuta: subentra dopo 2-12 settimane, quando il sistema immunitario reagisce al virus; soltanto nel 20% circa delle persone che contraggono l’HCV compaiono dei sintomi, che spesso sono blandi (come febbre, spossatezza, dolori articolari e muscolari) e simili a quelli di altre patologie (ad esempio anche una banale influenza); per questo raramente vengono indagati. In una piccola percentuale dei casi (circa il 20%) il sistema immunitario riesce da solo a neutralizzare il virus; in questa fase l’epatite non si rivela quasi mai mortale
    • fase cronica: nella maggior parte delle persone infette (50-80%) il virus si cronicizza, questo soprattutto a causa della lieve entità dei sintomi nella fase acuta; la malattia può venire scoperta anche anni o decenni dopo la trasmissione, quando compaiono altre patologie epatiche correlate (come la cirrosi o un tumore al fegato)

    Negli ultimi anni le ricerche per trovare una cura per l’epatite hanno fatto molti passi avanti, e, anche se non è stato ancora possibile mettere a punto un vaccino, esistono dei farmaci detti antivirali diretti che hanno un’efficacia molto alta contro l’epatite, anche nella sua fase cronica. La compresenza di altre patologie causate dallo stato prolungato di infiammazione del fegato può però compromettere le generali condizioni di salute.

    La diagnosi viene fatta con un semplice prelievo di sangue, che dà anche importanti informazioni sulla quantità di virus presente e sulla sua tipologia. In fase acuta i farmaci antivirali impiegano circa 8 settimane ad eliminare il virus, mentre in fase cronica possono volerci fino a 24 settimane, ma, come abbiamo appena visto, la funzionalità del fegato potrebbe già essere compromessa dall’insorgere di altre condizioni mediche correlate, come:

    • cirrosi epatica
    • tumore al fegato: in un caso su quattro questo tipo di tumore è dovuto proprio all’epatite
    • insufficienza epatica

    Nei casi in cui il fegato sia compromesso ma le condizioni di salute generali siano buone, i medici possono scegliere di intervenire chirurgicamente con un trapianto.

    Come si trasmette l’epatite C?

    L’epatite C è una patologia virale e si trasmette a causa del contatto con sangue infetto. Le modalità di trasmissione possono essere:

    • orizzontale, ovvero da individuo a individuo; ciò può avvenire sia per contatto diretto, sia attraverso oggetti e strumenti infetti
    • verticale: più raramente (fra il 3 e il 5% dei casi) l’epatite C può essere trasmessa dalla madre al figlio durante la gravidanza e il parto, soprattutto se la madre non è consapevole di essere infetta e non è quindi stata trattata con i farmaci antivirali

    Costituiscono mezzi di trasmissione tutti quegli oggetti di uso sia sanitario che domestico non sterilizzati in modo adeguato e che possono procurare ferite lievi, come siringhe, oggetti per la cura personale ad esempio i rasoi, strumenti usati per interventi chirurgici, odontoiatrici e anche per fare tatuaggi e piercing.

    Contesti nei quali è possibile la trasmissione del virus HCV possono essere:

    • scambio di siringhe infette
    • tatuaggi e piercing realizzati in condizioni igienico-sanitarie non adeguate
    • trasfusioni e trapianti, soprattutto prima degli anni ’90, quando i test sul sangue non erano affidabili come quelli odierni
    • emodialisi

    Più raramente (meno del 5% dei casi) l’epatite C può trasmettersi per via sessuale, rientrando così fra le malattie sessualmente trasmissibili; in questo caso il contagio è favorito da:

    Come prevenire la trasmissione dell’epatite C?

    Il miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie ha fatto sì che nel tempo la trasmissione dell’epatite C in contesti come ospedali, studi dentistici, di tatuatori e piercer diminuisse sensibilmente: ad esempio, oggi nel mondo occidentale i casi di epatite C dovuti a trapianti sono inferiori allo 0,9%.

    Si tratta, però, del mondo occidentale, mentre nei paesi in via di sviluppo non sono state ancora messe a punto procedure sistematiche e uniformi per evitare il contatto con oggetti infetti, anche in ambito medico.

    Nel mondo si calcola che le persone affette da epatite C siano 100 milioni e ogni anno 400.000 persone muoiono per le conseguenze che questa infezione ha; in Italia ogni anno ci sono 100 nuovi casi evidenti, ovvero sintomatici, ma in generale le stime sono rese difficili dal decorso della malattia, che, come abbiamo visto, può impiegare anche molti anni per manifestarsi con sintomi che portano a una diagnosi.

    Il modo migliore per proteggersi è dunque avere rapporti sessuali protetti, non scambiare oggetti per la cura personale e assicurarsi che vengano usati strumenti monouso se ci facciamo un tatuaggio o un piercing, mentre negli ospedali è ormai per fortuna quasi scontato che sia così.

    È importante anche sottoporsi a un test, soprattutto se abbiamo avuto comportamenti a rischio, e, se siamo a conoscenza dell’infezione, farlo presente in caso di procedure mediche invasive, come un’operazione chirurgica o odontoiatrica: proteggere gli altri è altrettanto importante che proteggere se stessi.

    Fonti

    Cdc.gov
    ClevelandClinic
    EpatiteC
    Humanitas
    Issalute

    C.J. Tibbs, “Methods of trasmission of hepatitis C”, J Viral Hepat., 1995;2(3) 

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