Impatto del Covid sul mercato farmaceutico: cosa è cambiato in fase 2?

Con l’accesso più semplice alle farmacie, come è cambiato il modo di fare acquisti degli italiani rispetto al periodo di quarantena?

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    È stata diffusa la nuova data room della società Shackleton Consulting, che ha analizzato i cambiamenti nel mercato farmaceutico in seguito alla crisi Covid, per capire come è stato influenzato il trend delle vendite. Dopo la ricerca relativa al periodo di quarantena, i nuovi dati, presentati nel mese di giugno, tengono conto anche dei momenti che hanno seguito la riapertura nella cosiddetta fase 2, facendo un punto sull’intero primo periodo del 2020.

    I dati generali

    Rispetto ai mesi precedenti, l’andamento delle vendite si mostra in leggera risalita a fine maggio, con un dato che è il meno distante da quello dello stesso periodo del 2019 rispetto agli altri registrati durante il periodo Covid vero e proprio. In generale, però, sul progressivo di maggio viene segnalata una flessione importante sulle confezioni vendute, che ha raggiunto un -10,5%.

    Il farmaco etico

    Come già visto nell’ultimo report rispetto al 2019 il farmaco etico a inizio marzo ha visto numeri positivi, quando c’è stato un incremento dovuto all’approvvigionamento. In seguito, però, complice anche il periodo di chiusura forzata che non ha favorito il manifestarsi delle patologie stagionali, il trend è stato negativo. La ripresa è cominciata sul finire di maggio, quando sono ripartiti gli approvvigionamenti da parte di coloro che seguono terapie per malattie croniche: lo dimostra anche l’andamento dei prodotti per il sistema cardiovascolare, dove le scorte accumulate a inizio emergenza hanno fatto calare il traffico in farmacia, fino alla ripresa sostanziale dell’ultima settimana di maggio. In generale, il progressivo del mese di maggio per il farmaco etico segna comunque un -11,9% rispetto allo stesso periodo del 2019 per quanto riguardo il numero di confezioni vendute.

    Il farmaco dietro prescrizione è rimasto il driver che ha guidato la spesa in farmacia: se sono state meno le persone ad accedere in farmacia con una ricetta medica, sono invece aumentati del 6,8% gli scontrini abbinati, il 35,6% del totale quest’anno, tra marzo e aprile, rispetto al 28,8% dello stesso periodo dell’anno 2019: significa che una volta nei locali, il 35,6% delle persone entrate per acquistare prodotti dietro prescrizione ha acquistato poi qualcosa tra farmaci di automedicazione e sanitari legati alla prevenzione.

    Comparto commerciale

    Il comparto del commerciale ha subito picchi sia in positivo che in negativo dall’inizio del 2020 a oggi, ma, nonostante ciò, la chiusura a fine aprile è stata positiva rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: la risalita si è osservata in particolare nell’ultima settimana di maggio.

    Il report fa anche un confronto tra le farmacie in base alla loro dimensione, distinguendole in piccole, medie, grandi e molto grandi. Si nota come, in generale, quelle ad aver visto un andamento negativo sul fatturato, inclusa la quota del commerciale, sono state le grandi e le molto grandi, anche se la spesa media rimane più alta nelle farmacie con dimensione maggiore. In dettaglio, si legge come nell’anno 2019 un segno più lo avevano registrato le farmacie molto grandi, con un trend totale del +2% e un +2,7% sul commerciale. Nell’year-to-date del 2020, invece, la piccola farmacia ha raggiunto un +6,1% sul trend generale e un +9,5% su quello del commerciale, mentre per la media l’andamento è stato del +1,5% sul totale e del +2,8% sul comparto commerciale.

    Particolari anche le dinamiche regionali, specchio delle differenze generate dall’impatto dell’emergenza sanitaria sul territorio, sia per le nuove necessità che si sono create, sia per la corsa all’approvvigionamento in alcune realtà. È proprio il commerciale a mostrare la varietà di spesa in base alle diverse regioni, con un segno positivo ovunque e un andamento particolarmente in salita per Valle d’Aosta, Liguria, Molise, ma anche Piemonte e Umbria. Se si guarda nello specifico, si osserva come non sia stata naturalmente la dermocosmesi il traino di questa crescita, né tantomeno l’automedicazione, se non per alcune situazioni nel nord Italia; piuttosto, sono i prodotti sanitari quelli che hanno raggiunto dei picchi in qualsiasi regione contribuendo così a rendere positivo il trend.

    Farmaci di automedicazione

    A metà maggio le vendite del comparto dei farmaci di automedicazione avevano smesso di calare, dando l’impressione di una ripresa graduale; nonostante ciò, a fine maggio si è registrata una perdita importante, del – 20,2%. Complice la crescita che si è verificata fino a metà marzo, il periodo riferito al primo quadrimestre del 2020 vede però poca differenza rispetto allo stesso del 2019.

    Dermocosmetica

    Il comparto della dermocosmetica ha chiuso il primo quadrimestre in perdita rispetto al 2019, con un – 4,6% sulle confezioni vendute e un calo di fatturato del 6,5%. Significativa in particolare la perdita che fa riferimento al periodo Covid, dove le vendite sono scese del 9,3%. Nel suo complesso, però, l’andamento della dermocosmetica, nonostante il calo, segue la dinamica stagionale tipica del settore.

    I mercati più colpiti

    Come visto già nell’analisi del mese precedente, alcuni mercati hanno subito un significativo shock a causa della diffusione del Covid-19: per certi c’è stata un’impennata, altri sono scesi drasticamente. A salire sono state ovviamente le mascherine, seguite subito dopo dagli igienizzanti per le mani, con un cambiamento da inizio anno a ora rispettivamente del +8650% e del +2472%. Segno positivo anche per le bilance, antisettici e disinfettanti, vitamine e farine. Al contrario, a risentire negativamente del periodo di lockdown ci sono stati prodotti cosmetici come profumi, trucco per le labbra, correttori e fondotinta, insieme a creme solari e doposole, antinausea e siringhe intrarticolari.

    Le vendite online

    Il periodo di quarantena e in generale l’emergenza coronavirus hanno influito sulle vendite online, accelerandone l’ascesa. La variazione delle quote del fatturato online sul totale del commerciale è stata infatti maggiore quest’anno rispetto a quella del 2019, cresciute del 5,4% con il Covid, del 3,2% l’anno precedente. Alcune categorie di prodotti hanno visto incrementare le vendite online più di altre, come quella della cosmesi, passata da una variazione del fatturato del 4,3% nel 2019 a una dell’8,6% con il Covid, con numeri pressoché raddoppiati per trattamenti per il viso, prodotti per il corpo e prodotti dermatologici, prodotti per l’igiene del bambino, solari e maquillage.

    L’impatto dell’emergenza Covid-19 sul mercato farmaceutico è indubbio: gli italiani per un po’ hanno potuto fare a meno di alcuni prodotti, mentre hanno acquistato merci che prima non erano di così frequente utilizzo. Questo ha determinato un calo di fatturato per diverse categorie, anche se alcune hanno già mostrato, negli ultimi tempi, segni di risalita.

    Fonti

    Shackleton Consulting, Nicola Posa, Data room Farmacia, maggio 2020

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