Che vogliate chiamarla Hannah, Rey, Ofelia oppure con il suo nome Daisy, la storia della Ridley è una di quelle che ci piace raccontare qua su A Good Magazine, perché ci mostra come, nonostante tutto, si possa andare oltre agli ostacoli che la vita ci mette davanti e raggiungere i propri obiettivi.
Anche diventare una star di Hollywood.
Daisy Ridley, una carriera di successo
Nata il 10 aprile del 1992, nel quartiere Westminster di Londra, Daisy Ridley con lo stesso sangue attoriale nelle vene del famoso prozio Arnold Ridley, ha frequentato prima la Tring Park School for the Performing Arts per poi debuttare come comparsa nel 2013 nei programmi televisivi inglesi Youngers, Testimoni silenziosi, Casuality e Mr Selfridge.
L’anno della svolta è stato però il 2015, quando debutta al cinema con ‘Scrawl’ per la regia di Peter Hearn, per poi essere scelta dal regista e produttore J.J. Abrams per il suo ‘Star Wars: Il risveglio della Forza’; da quel momento la sua carriera non si ferma più, seppur con scelte centellinate e indirizzate verso un cinema di qualità.
Così, oltre che nei due sequel legati alla serie di Star Wars, ‘Star Wars: Gli ultimi Jedi’ e ‘Star Wars: L’ascesa di Skywalker’, Daisy si ritaglia uno spazio nel cast di stelle di ‘Assassinio sull’Orient Express’, successo di pubblico e critica, e nell’indipendente ‘Ophelia’, presentato in anteprima il 22 gennaio 2018 al Sundance Film Festival, ma quello che in molti non sanno è che, a riflettori spenti, seppur giovanissima, sta combattendo una battaglia su più fronti per la sua salute contro l’endometriosi e contro la sindrome dell’ovaio policistico.
Che cos’è l’endometriosi
L’endometriosi è una malattia cronica che colpisce le donne, normalmente in età fertile, e consiste nella presenza di una mucosa (endometrio) che normalmente riveste la cavità dell’utero all’esterno di quest’ultimo.
Secondo quanto riportato dal sito governativo, è una problema che in Italia riguarda tra il 10 e il 15% delle donne in età riproduttiva e tra il 30% e il 50% di quelle infertili o con difficoltà nel concepimento e i suoi sintomi possono essere alleviati grazie all’utilizzo dell’anello anticoncezionale, della pillola o del cerotto.
Una patologia che nel nostro Paese riguarda almeno 3 milioni di donne e che nel caso dell’attrice britannica, come ha raccontato nelle interviste che le sono state fatte sull’argomento, la riguarda da quando, quindicenne, le fu diagnosticata.
‘Ho provato di tutto: creme, antibiotici, altre creme, altri antibiotici…ma nulla, tutto quello che ho ottenuto è stato devastare il mio corpo per colpa degli effetti collaterali’.
Alle fine, come ha dichiarato pubblicamente:’[…] ho scoperto di avere, oltre all’endometriosi, anche la sindrome dell’ovaio policistico, e questo non fa che complicare le cose’.
La sindrome dell’ovaio policistico
Come riportato dal sito del Ministero della Salute, la sindrome dell’ovaio policistico, tra le cause dell’ipertricosi, ‘è caratterizzata dall’ingrossamento delle ovaie, dalla presenza di cisti ovariche multiple e da alterazioni endocrinologiche e metaboliche […] colpisce il 5-10% delle donne, origina nel periodo puberale ed è considerata l’alterazione più comune in età fertile’ e un indicatore del rischio di soffrirne è l’alopecia androgentica.
Attraverso numerosi interventi chirurgici e grazie a uno stile di vita in cui alterna una corretta alimentazione all’allenamento fisico, le cose, per l’attrice inglese, oggi sono sotto controllo.
E Daisy Ridley che, prima di essere scelta per l’importante ruolo nella saga di ‘Guerre Stellari’, stava per mollare i suoi sogni di attrice hollywoodiana (‘Servivo pinte di birra al pub, ed ero distrutta nell’anima’) è un ulteriore esempio di come resilienza e determinazione possono permetterci di raggiungere qualsiasi risultato; anche quando la salute ci mette lo zampino.
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