Ci stiamo avvicinando al periodo autunnale: le foglie si colorano di rosso e arancione, le temperature calano e nel giro di pochi giorni ti ritroverai a ripescare la trapunta che avevi riposto nell’anta scomoda del tuo armadio. Eh già, tutto questo fa parte della vita di un umano. Ma per le tartarughe, invece, cosa succede?
Per le tartarughe è l’ora di riposarsi! Tra poco, questi animali inizieranno il loro lungo pisolino che le farà dormire per mesi.
No, non è una fiaba. Stiamo parlando del letargo invernale. Ma vediamo meglio di cosa si tratta.
Cosa si intende per letargo?
Il letargo è un comportamento caratteristico di alcuni mammiferi e rettili che durante un periodo specifico riducono le loro funzioni vitali e rimangono in stato di riposo e inattività, a fini di sopravvivenza.
Quello che noi comunemente chiamiamo letargo, si riferisce in realtà al fenomeno che correttamente prende il nome di ibernazione, e che indica il periodo di sonno invernale che colpisce le tartarughe per circa 5-6 mesi l’anno. Va detto, però, che esiste anche il periodo di estivazione, ovvero di protezione dalle alte temperature estive. Ovviamente, noi scegliamo di soffermarci sul letargo invernale perché è quello che interessa le nostre amiche tartarughe.
Per capirci meglio, possiamo definire l’ibernazione come la modalità che gli animali mettono in atto per proteggersi dal freddo. Ciò è importante perché la temperatura corporea dei rettili dipende da quella dell’ambiente in cui vivono e, per quanto riguarda le tartarughe, i loro organi interni funzionano correttamente solo in presenza di un clima mite. È per questo che, quando la temperatura si abbassa, le tartarughe vanno automaticamente in letargo, così da poter sopravvivere. Durante questo sonno invernale, infatti, le tartarughe riducono le loro funzioni vitali: il metabolismo rallenta, così come il battito cardiaco e questo consente di procurare un minimo consumo energetico e, quindi, permettere la sopravvivenza all’animale.
Ma tutte le tartarughe vanno in letargo?
Sì! Proprio perché, come abbiamo già detto, il letargo è una condizione fisiologica della vita della tartaruga che permette all’organismo il riposo durante i mesi più duri.
Però, come sempre, c’è l’eccezione che conferma la regola! Infatti, il letargo, è previsto sì dalla natura, ma si tratta di un periodo delicato, al quale non è possibile sottoporre tartarughe particolarmente deboli, che potrebbero non sopravvivere. In particolare il letargo è fortemente sconsigliato quando la tartaruga risulta essere:
- malata gravemente;
- in condizioni di salute precaria;
- ferita.
Quindi, prima dell’inizio del letargo è bene controllare lo stato di salute della tartaruga, verificando che l’animale non perda liquido dalle narici o dagli occhi e che non “sbadigli” con troppa frequenza. In caso di dubbio è meglio far visitare l’animale dal proprio veterinario.
Qual è il periodo del letargo?
Una volta compresa l’importanza di questo riposo per le tartarughe, vediamo a quale periodo si fa riferimento, così da poterci preparare al meglio.
Il periodo di letargo dura abitualmente 5-6 mesi.
È difficile stabilire il mese esatto in cui le tartarughe vanno in letargo, poiché questo dipende dalla zona geografica e dall’andamento del clima stesso, che può variare di anno in anno. Tuttavia, normalmente, si indica come mese di inizio quello di ottobre. Mentre, per la fine del letargo, dato che dipende dalle temperature dell’ambiente esterno, si considera il risveglio della tartaruga tra fine febbraio e fine marzo, rispettivamente al Sud e al Nord Italia.
Nel dettaglio, non appena le temperature si abbassano al di sotto dei 10°C , le tartarughe avviano la preparazione al letargo, la quale dura in media attorno alle 4 settimane. Nell’arco di questo periodo le tartarughe riducono gradualmente la quantità di cibo assunto, così da poter liberare il loro intestino.
In che modo vanno in letargo le tartarughe? E dove?
Per comprendere appieno come si sostanzia questo “sonno invernale” delle tartarughe, occorre distinguere tra due tipologie domestiche:
- Tartarughe di acqua
- Tartarughe di terra.
In entrambi i casi vale quanto affermato precedentemente, poiché la funzione del letargo e la sua durata non variano a seconda della specie. Per il luogo, invece, è necessario trattare le due tipologie in maniera distinta. Vediamo perché.
Tartarughe di acqua
Per le tartarughe acquatiche si predilige il letargo all’aperto, che consiste nella creazione di un laghetto, naturale o artificiale che sia.
L’importante, per garantire la salute della tartaruga, è che il laghetto sia profondo almeno 1 metro e con un diametro non inferiore ai due metri, in modo tale che l’acqua possa raffreddarsi gradualmente e che non subisca cambiamenti drastici di temperatura. Inoltre, sul fondo, vanno aggiunti fango o terriccio e foglie morte, in modo tale da permettere alla tartaruga di nascondersi sotto a questo strato. Queste accortezze permetteranno poi di ottenere la temperatura ottimale, che si aggira dai 4°C ai 10°C.
L’alternativa più “casalinga” consiste nella possibilità di ricreare le condizioni di letargo in un acquario situato all’interno della nostra abitazione. Si tratta però di un’opzione non ottimale in quanto la temperatura risulterà essere sempre troppo alta per le tartarughe, non consentendo loro di vivere un periodo delicato in buono stato. Per questo, se possibile, consigliamo la prima scelta.
Tartarughe di terra
Come per le tartarughe di acqua, anche per quelle di terra è possibile scegliere tra due opzioni. Vediamole!
La scelta ottimale è, anche in questo caso, di far trascorrere un letargo naturale alle vostre tartarughe e, quindi, all’aperto.
Nel caso delle tartarughe terrestri, si consiglia il giardino o un bosco vicino. Quando inizieranno le giornate più fredde, sarà la tartaruga che autonomamente si preoccuperà di individuare il luogo adatto in cui ibernarsi e, al momento giusto, scaverà un piccola buca e si interrerà.
Se volete fornire un piccolo aiuto ai vostri animali potete smuovere leggermente la terra nella zona che ritenete più adatta.
Altrimenti, è possibile ricreare la condizione simile a quella della natura, all’interno però di un luogo chiuso, come ad esempio in una cassetta da interrare più o meno alla stessa altezza dello scavo naturale. La cassetta, o scatola, deve poi contenere un po’ di terriccio umido e uno strato di foglie morte, in modo tale da consentire alla tartaruga di nascondersi al di sotto di questo strato. Oltre a questo, è necessario ricoprire la scatola con una tettoia impermeabile e posizionarla in un luogo tranquillo, ben riparato e non troppo illuminato, dove la temperatura possa stabilizzarsi tra i 4°C e i 10°C.
Molti preferiscono la seconda opzione perché si tratta di un letargo controllato con il quale, per ovvie ragioni non è possibile perdere il proprio animale. In ogni caso però, è preferibile far interrare naturalmente la propria tartaruga, magari seguendo degli accorgimenti che ci permetteranno di ritrovarla con facilità al momento del risveglio.
Per concludere
Che si di acqua o di terra, la nostra tartaruga comunque si interra! Questo lo abbiamo capito: è importante che il nostro animale si nasconda al di sotto di uno strato di foglie secche che lo possa proteggere al meglio.
È bene non sottovalutare questo periodo essenziale della tartaruga, che le consente di rigenerarsi al meglio per il momento del suo risveglio.
Sperando che la lettura ti abbia fornito consigli utili, ti salutiamo insieme alla nostra amica tartaruga (che ancora non è andata a riposare).
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