Farmaci contro la caduta dei capelli: ecco i più conosciuti

Quali sono i principi attivi più utilizzati nel trattamento di una delle maggiori afflizioni del genere maschile?

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    Di norma, le persone perdono dai 50 ai 100 capelli al giorno. Un fatto che potrebbe stupire o meno, ma rientra nei normali processi fisiologici: passa inosservato perché nuovi capelli crescono, prendendo il posto dei vecchi. Tuttavia, è ben noto anche il fenomeno della caduta, o perdita, dei capelli (alopecia), che subito salta all’occhio proprio perché non avviene questa sorta di “rimpiazzo”. Boom, ecco una bella dose di autostima che se ne va, insieme ad ogni ritrovamento fatto tra i denti del pettine. Ma quali principi attivi possono aiutarci a migliorare questa situazione?

    Le cause

    La perdita di capelli è solo un sintomo, le cui cause possono essere di varia natura. Vediamo alcuni fattori che possono determinarla.

    Genetica

    La causa più comune è un bel regalo confezionato dai nostri avi. Questa condizione, ovvero l’alopecia androgenetica, si trasmette per ereditarietà, e si fa notare gradualmente con l’avanzare dell’età. Nonostante il nome possa trarre in inganno, non riguarda solo gli uomini (che comunque sono i più colpiti, circa l’80%), ma coinvolge anche le donne (in fase più tarda). Solitamente ha dei tratti caratteristici, come le classiche stempiature ai lati e il diradamento sulla sommità della testa.

    Sbalzi ormonali e condizioni mediche

    Fluttuazioni nei livelli di ormoni possono essere causati da gravidanza, parto, menopausa o problemi alla tiroide; tra le patologie si includono l’alopecia areata di origine autoimmune, infezioni dello scalpo come la tigna, infiammazioni come le dermatiti, ma anche la tricotillomania, vero e proprio disordine psicologico che porta a stuzzicare e bistrattare la nostra chioma.

    Farmaci

    La perdita di capelli può essere un effetto collaterale farmacologico, basti pensare al trattamento con chemioterapici. Ma anche di altri tipi di farmaci, come quelli per artrite, depressione, gotta o ipertensione. Questo deve essere messo in conto, in fase di valutazione e diagnosi. 

    Radioterapia

    La testa può essere la parte interessata, come in alcuni sfortunati casi di tumore. I capelli, dopo il trattamento con radiazioni, possono non crescere più come prima.

    Stress

    Anche questa situazione è abbastanza comune: elevati livelli di stress possono portare molte persone a perdere capelli. Dopo eventi particolarmente traumatici e segnanti, può accadere anche a distanza di mesi. Per fortuna, si tratta di una perdita temporanea.

    Acconciature e trattamenti

    Le tipologie troppo “aggressive”, che tirano eccessivamente il capello, possono portare alla cosiddetta alopecia da trazione. Poi ci sono i trattamenti termici, chimici (come la permanente, ossigenazione), che possono impattare anch’essi sulla salute del capello. Se si arriva alle cicatrici, di permanente avremo anche la perdita dei capelli.

    I farmaci

    L’obiettivo generale è quello di arrestare la miniaturizzazione del capello e aumentarne la densità. Alcune strade possono essere: ridurre la produzione di diidrotestosterone, esercitare un effetto vasodilatatore, mitigare l’infiammazione, innescare o prolungare la fase anagen (di crescita) del capello.

    Finasteride

    La finasteride da 1 mg, presa quotidianamente per via orale, è un trattamento approvato per la cura dell’alopecia androgenetica. Questa classe di farmaci, di cui fa parte anche la dutasteride, sono chiamati anche antiandrogeni. Questo perché vanno ad inibire uno specifico enzima, chiamato 5α-reduttasi, il cui compito è quello di convertire il testosterone (che stimola lo sviluppo pilifero) in, appunto, diidrotestosterone (DHT). Questo è il principale responsabile della miniaturizzazione del capello, danneggiando il follicolo e portandolo fino all’atrofia. Una dose di 5 mg è raccomandata per i casi ipertrofia prostatica benigna, mentre il dosaggio da 1 mg per l’alopecia. Può abbassare i livelli di DHT fino al 60%, fermando la caduta dei capelli e stimolando la crescita. Deve essere assunta per almeno 12 mesi per constatare i suoi effetti. È un farmaco ad uso prettamente maschile, ma la risposta al trattamento può variare: sebbene nel 95% degli uomini la finasteride blocca la caduta dei capelli, il 66% ha ottenuto una ricrescita moderata e solo il 5% in modo marcato. Gli effetti collaterali riguardano tutti la sfera sessuale:

    • perdita di libido;
    • disfunzione erettile;
    • ridotto volume di eiaculazione;
    • temporanea diminuzione della conta spermatica;
    • ginecomastia (sviluppo delle mammelle).

    Minoxidil

    Introdotto negli anni ‘70, il minoxidil, dato oralmente, era stato inizialmente destinato al trattamento dell’ipertensione refrattaria. Possiede proprietà vasodilatatrici: esercita un effetto rilassante sulla muscolatura liscia, mediante l’apertura dei canali del potassio ATP-dipendenti.  L’ipertricosi (aumento nella crescita dei peli) fu presto notata come effetto collaterale, e sfruttata, di conseguenza, nel trattamento topico dell’alopecia. Approvato come soluzione al 5% per gli uomini e al 2% per le donne, può essere acquistato anche senza ricetta medica. Frena la caduta dei capelli nel 80-90% delle persone trattate, e nel 50% la chioma diventa più folta. Sebbene il meccanismo non sia ancora del tutto chiaro, il minoxidil promuove la crescita estendendo la fase anagen, diminuendo la fase telogen (quiescenza e caduta), e allargando i follicoli miniaturizzati.

    I suoi effetti collaterali includono rossore e desquamazione dello scalpo, raramente dermatiti da contatto. Per cercare di limitare questi spiacevoli effetti, dalla soluzione idroalcolica siamo giunti alle schiume, prive anche di glicole propilenico. Un’altra novità è lo sviluppo del nanoxidil, con struttura simile al minoxidil ma con minor peso molecolare, che dovrebbe assicurare miglior assorbimento e penetrazione. Anche in questo caso il trattamento è piuttosto lungo, deve durare almeno 8 mesi. 

    Ketoconazolo

    Il ketoconazolo è un farmaco antifungino. È disponibile in compresse e creme, e viene usato nella maggior parte delle infezioni fungine (tigna, piede dell’atleta). Fa anche parte di alcuni shampoo, indicati per il trattamento di dermatite seborroica oppure forfora causata da cuoio capelluto secco. L’effetto benefico sulla perdita di capelli, più che ad un’azione diretta (promotore della crescita), è attribuibile alla riduzione dell’infiammazione che si sviluppa, appunto, nel caso di infezioni. Anche nella dermatite lo stato infiammatorio disturba la crescita all’interno del follicolo, inoltre causa prurito e, di conseguenza, promuove la perdita di capelli in quella zona.

    Le prospettive

    Finasteride e minoxidil sono gli unici due trattamenti approvati. Ma nuove vie farmacologiche stanno prendendo piede, principalmente tramite combinazione di principi attivi. L’associazione finasteride e dutasteride ne è un esempio, come anche quella tra minoxidil e finasteride (tramite due vie di somministrazione diverse). Tra le prostaglandine (PG), i PGF2-analoghi, latanoprost e bimatoprost, sono noti per stimolare la crescita dei capelli prolungando la fase anagen. Tuttavia, la concentrazione necessaria per esercitare questo effetto deve essere alta, portando con sé anche limitazioni legate ai costi. Anche lo spironolattone (composto a struttura steroidea) è stato chiamato in causa.

    Il nostro medico, valutando attentamente il caso, la conformazione delle zone “nude”, la nostra storia clinica e familiare, ci saprà guidare nella scelta più indicata.

    Parafrasando il detto, la speranza in questo caso è l’ultima a cadere!

    Fonti

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