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Il principio attivo più prescritto in Italia? Dice tanto degli italiani!

Tutto sul farmaco di cui gli italiani non possono fare a meno

pantoprazolo

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    Chiunque soffra o abbia sofferto di bruciori di stomaco probabilmente conoscerà già il farmaco che, secondo un’indagine aggiornata a marzo 2020 e condotta da Federfarma, è il più prescritto in Italia.
    Si tratta del Pantoprazolo Sodico Sesquidrato, più comunemente chiamato, semplicemente, pantoprazolo. Bruciori di stomaco e problemi digestivi sono problematiche ben note alla popolazione, sia per lo stile di vita che per i suoi ritmi frenetici, ma non solo. Scopriamo più nel dettaglio il pantoprazolo e come può esserci utile.

    Cos’è il pantoprazolo?

    Il pantoprazolo è un “inibitore selettivo della pompa protonica”, ovvero un principio attivo alla base di farmaci atti a ridurre la quantità di acido secreto dallo stomaco. Viene prodotto principalmente dalle case farmaceutiche Abbott, Almirall, Takeda Italia, Sanofi, Angelini e venduto rispettivamente sotto in nome di Pantecta, Pantopan, Pantorc, Buscopan Reflusso e Pireflux. Divenuto farmaco da banco nel 2010 viene usato per il trattamento delle malattie dello stomaco e dell’intestino dovute e/o associate all’acidità.

    Quando utilizzare il pantoprazolo?

    In genere il pantoprazolo risulta utile ed efficace per trattare il reflusso gastroesofageo, il quale può avere molteplici cause e/o aggravanti che vanno dal malfunzionamento della valvola tra esofago e stomaco, fino ad arrivare alle cattive abitudini quotidiane e ovviamente alimentari. Cibi molto grassi e speziati, il caffè, gli agrumi, la cipolla cruda e per ultimo (ma non per importanza) il fumo possono essere tutti aggravanti di un disturbo che magari sarebbe possibile guarire facendo attenzione allo stile di vita.

    Il pantoprazolo viene utilizzato inoltre per trattare l’ulcera gastrica e duodenale, ma anche come prevenzione dell’ulcera da farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) tipo l’ibuprofene e della sindrome di Zollinger-Ellison.

    Solitamente si assume al risveglio con un po’ d’acqua, 30/45 minuti prima della colazione o secondo indicazione medica e i benefici si iniziano a sentire dopo un paio di giorni.

    Utilizzo sopra i 12 anni

    Il pantoprazolo può risultare utile per trattare adolescenti e giovani adulti in caso di esofagite da reflusso. Si manifesta come un’infiammazione dell’esofago accompagnata da rigurgito acido dello stomaco.

    Adulti

    Negli adulti il pantoprazolo viene utilizzato per trattare:

    • infezioni causate dal batterio Helicobacter pylori in pazienti con ulcera duodenale e ulcera gastrica in associazione a due antibiotici (terapia di eradicazione);
    • ulcere gastriche e duodenali;
    • sindrome di Zollinger-Ellison;
    • disturbi vari, causa di un eccesso di acido nello stomaco;
    • prevenzione dai danni provocati da farmaci antinfiammatori non steroidei.

    Pantoprazolo durante gravidanza e allattamento

    Non esistono dati a sufficienza riguardanti l’uso del pantoprazolo durante la gravidanza. È stata riferita l’escrezione nel latte materno. In caso di gravidanza (certa o supposta) e allattamento è consigliabile chiedere al proprio medico e assicurarsi che i benefici siano di gran lunga maggiori rispetto ai rischi.

    Effetti indesiderati

    Come tutti i farmaci, anche il pantoprazolo ha degli effetti collaterali, nonostante gli inibitori di pompa protonica possano essere ritenuti farmaci sicuri, ben tollerati ed efficaci, a condizione di farne un uso appropriato.

    Il fatto di essere chiamato “farmaco gastroprotettore” ha fatto assumere al pantoprazolo (e a tutta la famiglia degli inibitori della pompa protonica) un ruolo improprio nel pensiero comune, tanto che il 50% degli utilizzatori potrebbe farne a meno. 

    I principali effetti collaterali possono essere (divisi in base alla rarità di manifestazione):

    • Non comuni: mal di testa, capogiri, diarrea, nausea, vomito, flatulenza, stitichezza, bocca secca, dolore e fastidio all’addome, eruzione cutanea, esantema, prurito, debolezza, sensazione di spossatezza o di malessere generale, disturbi del sonno;
    • Rari: disturbi della vista, orticaria, dolore alle articolazioni, dolore muscolare, variazione di peso, aumento della temperatura corporea, edema periferico, reazioni allergiche, depressione, ingrossamento del seno negli uomini;
    • Molto rari: disorientamento;
    • Non noti: allucinazioni, confusione, riduzione dei livelli di sodio nel sangue.

    Bisogna interrompere immediatamente l’assunzione e contattare subito il medico in caso di:

    • Gravi reazioni allergiche: gonfiore alla lingua e/o alla gola, difficoltà a deglutire, orticaria, difficoltà a respirare, gonfiore allergico al viso (edema di Quincke/angioedema), forti capogiri con aumento del battito cardiaco e sudorazione intensa;
    • Gravi disturbi della pelle: formazione di vesciche sulla pelle e rapido peggioramento delle condizioni generali, erosione (compreso un leggero sanguinamento) della superficie di occhi, naso, bocca/labbra o genitali (sindrome di Stevens-Johnson, sindrome di Lyell, eritema multiforme) e sensibilità alla luce.
    • Altri gravi disturbi della pelle: colorito giallo della pelle o della parte bianca degli occhi (grave danno alle cellule del fegato, ittero) oppure febbre, eruzione cutanea e ingrossamento dei reni talvolta associato a dolore quando si urina e dolore lombare (grave infiammazione dei reni).

    Pantoprazolo e Sistema Sanitario Nazionale

    Il pantoprazolo rientra tra i farmaci che in specifiche situazioni sono a carico del Sistema Sanitario Nazionale (SSN). La prescrizione a carico del SSN è limitata:

    • alla prevenzione delle complicanze gravi del tratto gastrointestinale superiore in trattamenti cronici con farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) e in terapia antiaggregante con Acido Acetilsalicilico (ASA) a basso dosaggio;
    • storia di pregresse emorragie digestive o di ulcera peptica non guarita con terapia eradicante;
    • concomitante terapia con anticoagulanti o cortisonici;
    • età avanzata.

    La prescrizione è limitata ai seguenti periodi e alle condizioni che seguono.

    Trattamento di 4 settimane (occasionalmente 6 settimane) in caso di:

    • ulcera duodenale o gastrica positive per Helicobacter pylori (H. pylori);
    • per la prima o le prime due settimane in associazione con farmaci eradicanti l’infezione;
    • ulcera duodenale o gastrica H. pylori-negativa (primo episodio);
    • malattia da reflusso gastroesofageo con o senza esofagite (primo episodio).

    Durata di trattamento prolungata, da rivalutare dopo un anno:

    • sindrome di Zollinger-Ellison;
    • ulcera duodenale o gastrica H. pylori-negativa recidivante;
    • malattia da reflusso gastroesofageo con o senza esofagite (recidivante).

    Conclusione

    In linea di massima il pantoprazolo può ritenersi un farmaco efficace e ben tollerato da chi segue uno stile di vita sano e dalla maggior parte dei soggetti. Gli studi dimostranti il contrario si basano principalmente su una serie di dati deboli e molto spesso atti a creare inutili allarmismi. Meglio evitare l’automedicazione scriteriata e in qualsiasi caso è bene ricordare che non è mai saggio prendere alla leggera qualsiasi tipo di farmaco. Per ogni dubbio e necessità, bisogna rivolgersi al proprio medico. La conoscenza è anche salute.

    Fonti

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