L’ansia è un vero e proprio disturbo che può assumere aspetti diversi e non è raro che si manifesti anche con sintomi fisici non ricollegabili a nessuna condizione medica. Quando l’ansia perde la sua ragione contingente e diventa generalizzata, non è raro che si accompagni a sintomi fisici fra loro molto vari, e, insieme a quelli psicologici, invalidanti, tanto da rendere difficile anche il normale svolgimento delle attività quotidiane.
Cos’è l’ansia
L’ansia è un’emozione derivata dalla paura e che tutti noi conosciamo nel corso delle nostre vite, ad esempio possiamo provarla prima di una prova importante. I disturbi d’ansia, però, sono invalidanti e spesso condizionano la vita di chi ne soffre.
Quando l’ansia diventa un disturbo vero e proprio, è descritta come uno stato cronico di tensione e preoccupazione, anche in assenza di fattori scatenanti, che interferisce con le attività della persona, modificandone il comportamento: chi soffre d’ansia prevede sempre la catastrofe e considera solo l’ipotesi peggiore, il che spinge spesso all’isolamento e rende molto difficili anche azioni banali.
Non si conosce il meccanismo specifico di attivazione dell’ansia, ma nel tempo sono state fatte ipotesi che individuano fra i fattori di rischio:
- aver vissuto una condizione avversa durante l’infanzia
- genitori iperprotettivi
- traumi
- disturbi d’ansia in famiglia
Inoltre, alcune patologie possono essere correlate all’emergere di disturbi d’ansia, come:
- anemia (carenza di ferro o di vitamina B12)
- ipertiroidismo e in generale disfunzioni ormonali
- cardiopatie
- patologie polmonari
Per quanto riguarda invece il modo in cui si manifesta, l’ansia assume vari aspetti, racchiusi dall’espressione “disturbi d’ansia”, diversi sia per sintomi che per l’oggetto dell’ansia stessa:
- disturbo d’ansia generalizzato
- attacchi di panico
- fobie specifiche
- agorafobia
- ansia sociale
- disturbo ossessivo-compulsivo
Ansia: sintomi fisici
Le persone che soffrono di disturbi d’ansia descrivono i momenti di ansia più intensa come qualcosa che trascende il loro controllo, che li fa sentire in una situazione di pericolo, spesso pensano di essere in punto di morte (ad esempio durante un attacco di panico): sono tutte sensazioni pervasive e molto pesanti, caratterizzate dall’impossibilità di porvi fine razionalmente.
In presenza di disturbi d’ansia, oltre a pensieri e stati d’animo intrusivi e negativi, spesso si manifestano anche veri e propri sintomi fisici, non direttamente ricollegabili alla condizione di stress eccessivo:
- spossatezza
- aumento del battito cardiaco
- mancanza di respiro, data dalla protratta respirazione toracica anziché diaframmatica
- nausea
- mal di stomaco
- disturbi del sonno
- dolore al petto
- tremori
- vertigini
- orticaria
- iperidrosi, ovvero un’eccessiva sudorazione
- reflusso gastroesofageo
- asma
- sindrome del colon irritabile
- formicolii
- rigidità muscolare
Soprattutto se questi disturbi sono protratti nel tempo, possono dar luogo a doverosi accertamenti medici: sono tutti sintomi fisici che in altri casi indicano patologie organiche e che è necessario tenere d’occhio. Se però la causa è l’ansia, gli esami non daranno esiti: si tratta in questo caso di disturbi somatici.
La presenza di sintomi fisici e il mancato riscontro di questi con i risultati delle analisi possono innescare un circolo vizioso e peggiorare la situazione, insieme alla difficoltà di credere che siano dovuti “solo” all’ansia; per questo fra i disturbi correlati spesso si trova anche l’ipocondria.
Lo stretto legame fra corpo e mente umani, però, fa sì che anche uno stato ansioso possa dare sintomi fisici; studi hanno poi analizzato come uno stato d’ansia protratto nel tempo porti a un aumento dei livelli di alcuni ormoni, come l’adrenalina, il cortisolo, la noradrenalina e la serotonina, responsabili anche dell’umore.
Anche l’abuso di sostanze stupefacenti o alcol, così come l’interruzione della loro assunzione, possono causare ansia e di conseguenza questi stessi sintomi fisici.
Disturbi d’ansia: diagnosi
La diagnosi dei disturbi d’ansia non è semplice, soprattutto, non è quasi mai immediata: la presenza di sintomi fisici porta spesso in un primo momento a concentrarsi su patologie cardiovascolari, respiratorie, gastrointestinali, neurologiche o neuromotorie; inoltre, i sintomi che caratterizzano l’ansia sono simili a quelli di altre patologie come la depressione.
Questo genere di disturbi, che ricordiamo comprende il disturbo d’ansia generalizzato, ma anche le fobie, gli attacchi di panico e l’ansia sociale, interessa però una fetta della popolazione tutt’altro che irrilevante: ad esempio si stima che l’1,9% della popolazione italiana soffra, nel corso della vita, di disturbo d’ansia generalizzato.
Le donne hanno il doppio delle probabilità degli uomini di sviluppare un disturbo d’ansia e queste condizioni stanno conoscendo un grande incremento anche fra i più giovani.
Trattamento dei disturbi d’ansia
Quando l’ansia diventa patologica e non è più solo legata a episodi sporadici, è una condizione medica da non sottovalutare: oltre a peggiorare la qualità di vita delle persone, sono state condotte ricerche su quanto livelli eccessivi di stress e ansia possano essere nocivi per il nostro organismo, ad esempio per il sistema immunitario.
Per questo è importante prima di tutto essere consapevoli che l’ansia è un’emozione, come la gioia o la rabbia, ma per le conseguenze che può avere è importante per tutti saperla gestire; inoltre, uno stile di vita frenetico e la società che ci spinge ad essere sempre performativi sono correlati all’aumento del numero delle persone che soffrono d’ansia a livello patologico.
In Italia si calcola che le persone che soffrono di un disturbo d’ansia siano 2,8 milioni, ma le statistiche possono peccare di affidabilità, visto che spesso in primis chi ne soffre tende a svalutarla, e le diagnosi, come abbiamo visto, non sono così semplici né da fare né da ottenere.
Di fatto, quindi, una gran parte delle persone che soffre d’ansia non viene curata; in questo senso la comparsa di sintomi fisici è una spia a cui viene prestata più attenzione per le altre possibili patologie che potrebbero indicare.
In generale, se ci sono sintomi somatici che non trovano riscontro negli accertamenti, sarebbe meglio evitare l’uso improprio di farmaci sintomatici. I pazienti ai quali è stato diagnosticato un disturbo d’ansia, invece, possono essere trattati con:
- psicoterapia cognitivo-comportamentale: è un indirizzo della psicoterapia che si concentra sulla relazione fra pensieri, sentimenti, comportamenti e preoccupazioni e gli studi confermano la sua efficacia nel trattamento dei disturbi d’ansia
- farmaci ansiolitici: si tratta delle benzodiazepine, a volte prescritte in questi casi; la loro efficacia si limita però a periodi brevi di tempo, dopodiché possono avere come effetti collaterali l’assuefazione e l’astinenza
- farmaci antidepressivi: alcuni di questi farmaci possono essere usati nel trattamento dei disturbi d’ansia; la loro efficacia, però, si perde una volta interrotta l’assunzione, che non è comunque priva di effetti collaterali (disfunzioni sessuali, aumento di peso, sonnolenza)
A fianco di questi trattamenti, per cui è necessario rivolgersi a un professionista (spesso, purtroppo, a proprie spese), è importante parlare dei sintomi dell’ansia anche con il proprio medico di base; insieme a lui/lei si potranno capire meglio le proprie necessità e valutare se l’ansia è più episodica che patologica, e in tal caso chiedere se approcci alternativi come la meditazione possano essere di giovamento.
Concludiamo dicendo che i disturbi d’ansia e la depressione sono le patologie psichiatriche più diffuse e non vanno mai sottovalutati, soprattutto quando provocano sintomi fisici invalidanti e interferiscono con le nostre attività quotidiane; solo negli ultimi anni si è attenuato lo stigma verso la psicoterapia, ma spesso questa è la strada migliore, anche se non immediata, per stare di nuovo bene.
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