Perché vengo mentre dormo? Facciamo chiarezza sulla polluzione notturna

È capitato e capita a tutte le persone di sesso maschile di svegliarsi dopo essere venute durante la notte, nel sonno. Ecco, la “polluzione notturna” consiste proprio in questo fenomeno.

polluzione notturna

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    Cosa significa “polluzione notturna”?

    L’etimologia dell’espressione già la dice lunga su come venga stigmatizzata quella che è, nella maggior parte dei casi, una manifestazione del tutto normale della propria sessualità. Infatti si parla di “polluzione”, un termine inconsueto, che ricorda più l’inglese pollution che non il corrispondente italiano più diffuso, “eiaculazione”. L’origine della parola è nel latino tardo pollutio, pollutionis, traducibile con “macchia, contaminazione”. Merita quindi una riflessione il fatto che l’evoluzione inglese del termine abbia portato a pollution, inquinamento.

    Nel caso dell’italiano la parola ha continuato invece a indicare eiaculazioni notturne involontarie, mantenendo la connotazione negativa dell’origine tardo-latina: non riuscendo a capire fino in fondo la sua eziologia, era considerato un atto impuro e peccaminoso, collegato alla masturbazione e a demoni femminili (in demonologia denominate Succubi) che avrebbero sedotto il malcapitato durante il sonno. Come sempre, il sonno della ragione (non delle persone) genera mostri. 

    Oltre la religione e la superstizione: cos’è in realtà la polluzione notturna

    Di notte può capitare, spesso in relazione a sogni erotici, di avere eiaculazioni involontarie tramite riflesso mediato del sistema nervoso simpatico. È più frequente che questo tipo di attività onirica si verifichi nella fase REM del sonno, chiamata così per i movimenti oculari che la caratterizzano (REM sta infatti per Rapid Eye Movement). Esiste quindi un collegamento fra eccitazione sessuale e polluzioni notturne, ma queste ultime avvengono senza una stimolazione degli organi genitali.
    Se l’associazione con i sogni erotici è data ormai per assodata, è anche vero che nonostante siano passati più di cento anni dalla “scoperta” freudiana dell’inconscio, cosa succede a livello cerebrale, e quindi fisico, nei momenti di sonno resta ancora in parte avvolto dal mistero. Perciò le polluzioni notturne potrebbero essere anche “solo” uno dei numerosi processi di rinnovo, in questo caso degli spermatozoi, che il corpo umano mette in pratica ogni giorno.

    Uno spiacevole incidente o qualcosa di cui preoccuparsi?

    Per quanto sia ritenuta spesso un’esperienza imbarazzante, soprattutto se vissuta in età adulta, è una condizione fisiologica del tutto normale, che non deve destare preoccupazione né tantomeno vergogna. Nella sua natura può essere paragonata a uno starnuto, uno sbadiglio o un colpo di tosse.
    Per gli adolescenti è sicuramente un fenomeno che si rileva più di frequente e segna il passaggio alla pubertà, tanto che in alcuni contesti sociali e culturali la prima polluzione notturna è vista come una sorta di rito di iniziazione all’età adulta (un po’ come il menarca per le ragazze, anche se i due fenomeni sono fisiologicamente molto diversi). Di solito con il tempo tende a calare la ricorrenza con la quale le polluzioni notturne si verificano, fino anche a scomparire.

    Dopo la pubertà questi episodi sono spesso, ma non esclusivamente, connessi alla propria vita sessuale: se è attiva capitano raramente polluzioni notturne, mentre sono più numerose in caso di astinenza. Molto spesso si verifica un intensificarsi del fenomeno anche in concomitanza con periodi di forte stress. Se la frequenza con cui accade desta preoccupazioni, è però sempre meglio rivolgersi a uno specialista: in alcuni casi, soprattutto se si riscontrano anche dolore o bruciore, può essere sintomo di infezioni o patologie a prostata e uretra.

    Quindi, nonostante non si conoscano ancora fino in fondo e in maniera approfondita le cause di questo fenomeno, quel che è certo è che non è niente di strano o di sbagliato: non è nemmeno del tutto corretto parlare di “cause” o di “rimedi”, poiché avere polluzioni notturne indica semplicemente che il corpo sta funzionando. Infatti le polluzioni notturne sono una manifestazione a tal punto normale del corretto funzionamento del corpo che si verificano anche in situazioni di aspermia psicogena, cioè in quei casi in cui per il soggetto, per ragioni psicologiche, è impossibile o molto difficile eiaculare.

    Succede a uomini e donne?

    Sì, a quanto pare succede a tutti, anche se con modalità diverse.
    Nemmeno le donne quindi sono esenti da risvegli “bagnati”, ma in questo caso sarebbe più esatto parlare di “crisi secretiva”, per la diversa natura dei liquidi che vengono prodotti dal corpo maschile e da quello femminile. Per questo lo stigma e i sentimenti di imbarazzo e vergogna sono storicamente più legati alla polluzione maschile che a quella femminile, spesso molto meno evidente.
    Come si è visto, resta anche nel caso femminile il collegamento con l’attività onirica, che può provocare un’eccitazione molto intensa e qualcosa di simile all’orgasmo, ma senza nessuna stimolazione. Come per gli uomini, una maggiore frequenza di questi episodi può essere dovuta a periodi di astinenza sessuale o di ansia.

    Avere rapporti dopo una polluzione notturna può farmi rimanere incinta?

    Ci si può domandare cosa succede nel caso in cui, dopo una polluzione notturna, ci sia un rapporto sessuale. La risposta è più scontata di quel che sembra: essendo la polluzione notturna fisiologicamente una normale eiaculazione, se il partner non provvede prima a lavarsi e se il rapporto non è protetto, sussiste la possibilità di una gravidanza. Il rischio non è tanto o solo legato alla natura del fenomeno, che da questo punto di vista è del tutto equiparabile a una normale eiaculazione, ma ai residui di sperma endouretrali presenti sul pene dopo l’eiaculazione, che, se non vengono lavati, o se non viene usato un metodo contraccettivo, rischiano di portare a conseguenze indesiderate.

    Esiste un modo per evitarle?

    Come abbiamo già sottolineato, le polluzioni notturne sono un fenomeno fisiologico del tutto normale, che in parte testimonia il buon funzionamento del nostro corpo, ma dall’altro può creare imbarazzo o essere la spia di un disagio psicologico. Non essendo una malattia, non esiste nemmeno una cura, se non accettarle e viverle come una delle tante espressioni e reazioni del nostro corpo.

    L’unica “soluzione” è forse accettare che durante la veglia abbiamo un maggior controllo delle nostre pulsioni, mentre nel sonno si slatentizza una parte di noi più istintuale. E possiamo azzardare anche che a volte sarebbe utile dare maggior ascolto a questa parte di desideri e istinti più reconditi; non per niente, l’unico “rimedio” per diminuire la frequenza delle polluzioni notturne, nel caso in cui non ci siano patologie collegate, è quello di intensificare la propria vita sessuale (con un partner o da soli)!

    Fonti

    AndreaCocci
    ArcheologiaFilosofica
    Medicinaonline
    SerenellaSalomoni
    Uomo.fidelityhouse
    Fossi, G. (1979) Psicoanalisi della anorgasmia maschile: un contributo allo studio della vita affettiva e del narcisismo. Rivista di Psicoanalisi 25:375-399

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