Acne e brufoli: si possono definire sinonimi?

Molto spesso questi termini sono utilizzati per indicare la stessa cosa, ma è veramente così? Scopriamolo insieme!

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    Brufoli e acne: c’è differenza?

    Con il termine brufolo, volgarmente, si intende qualsiasi rigonfiamento o protuberanza cutanea, che sia rossa, bianca, con pus o meno. Possiamo già intuire che ciò non aiuta la classificazione, soprattutto in ambito colloquiale. Infatti ne fanno parte:

    • punti neri e punti bianchi (comedoni aperti e chiusi),
    • papule,
    • pustole,
    • noduli,
    • cisti.

    Aiuto. 

    Anche la formazione di vescicole, tratti distintivi di alcuni disturbi (come l’herpes labiale) può essere erroneamente ricondotta a questa categoria. Il punto (nero o bianco che sia) è che l’origine di questi fenomeni è strettamente legato a ciò che accade all’interno del follicolo pilifero. Ogni volta che, per svariate ragioni, si trova a essere occluso, ecco che scatta l’infiammazione. Nelle prossimità di questo canale (ove vi cresce il pelo) si trovano ghiandole sebacee, e insieme costituiscono il complesso pilosebaceo. I pori si possono chiudere per:

    • accumulo di sebo e cellule morte,
    • ipercheratosi (ispessimento della pelle),
    • rottura o crescita distorta del pelo, 
    • iperproduzione di sebo, dovuta a squilibri ormonali (pillola, menopausa, gravidanza).

    Questo crea l’ambiente ideale per la proliferazione batterica, dando come risultato le antiestetiche bolle. 

    Allora cos’è l’acne?

    Acne è la condizione infiammatoria in cui si ritrova la pelle, manifestata appunto dai brufoli. Difatti si definisce comedonica, papulo-pustolosa, nodulare e così via. Tra i vari batteri, che moltiplicano in maniera sconfinata nel poro chiuso, si trova lui: Cutibacterium (vecchio Propionibacterium) acnes. È il più rappresentativo, ma anche altre tipologie sono coinvolte, come ceppi di stafilococchi. Il disturbo, tipicamente, è distribuito in aree ricche di ghiandole sebacee come faccia, petto, spalle. Cambiamenti secondari possono essere cicatrici, iperpigmentazione post-infiammatoria, eritema. La gravità dell’acne può variare molto, da lieve a episodi fulminanti molto intensi. Il relativo trattamento è basato sul tipo di lesione, così come la loro gravità e distribuzione. 

    Tra le cause ci sono:

    • fluttuazioni nei livelli di ormoni: questo spiega perché l’adolescenza (ma anche gravidanza, menopausa, ciclo) ne è segnata, ma anche eventuali disfunzioni di organi come tiroide o ovaio;
    • farmaci: a base steroidea (come la pillola), ma anche l’isotretinoina (usata per curare l’acne) può dare reazioni acne-simili;
    • storia familiare;
    • alcuni cibi (troppo zuccherini o grassi): non sono causa diretta, ma è in studio la loro influenza;
    • cosmetici troppo occlusivi.

    Le contromisure

    L’acne, dopo attenta visita dermatologica, viene diagnosticata e classificata in base a gravità e distribuzione. Questo serve ad attribuire a ogni condizione il giusto trattamento.

    Uso topico:

    • antimicrobici: e.g. benzoil perossido;
    • antibiotici: e.g. clindamicina, gentamicina, eritromicina;
    • retinoidi: e.g. adapalene;
    • acido azelaico;
    • acido salicilico.

    Uso sistemico:

    • antibiotici: tetracicline (doxiciclina, minociclina);
    • isotretinoina (unico retinoide per via sistemica);
    • ormoni: estrogeni, progestinici (terapia anticoncezionale).

    Ovviamente nessuno è esente da effetti collaterali. Nei prodotti ad uso topico, solitamente si riscontrano irritazioni per ipersensibilità al principio attivo o a qualche eccipiente. I retinoidi, così come le tetracicline, sono fotosensibilizzanti (va evitato l’uso in estate e abbinata una protezione solare). L’antibiotico-resistenza è un altro fattore molto importante: solitamente si fanno ruotare le terapie oppure si favorisce l’associazione di più principi attivi (nella stessa preparazione o no). Le associazioni sono molto utili, sia perché danno la possibilità di agire tramite meccanismi d’azione differenti, sia perché si può combinare la via topica a quella sistemica. Di solito le terapie sono abbastanza prolungate (diverse settimane o anche mesi), per cui si capisce bene l’importanza di limitare l’insorgenza di resistenza. 

    Prevenire oltre che curare

    Piccola modifica al detto, ma solo perché l’origine è multifattoriale. Per questo le visite si spingono bene a fondo, per cercare di capire abitudini alimentari, igieniche, quadro familiare del paziente. Prendono parte anche condizioni di stress, terapie farmacologiche in concomitanza, etc. per cui ci si rende conto che le variabili da tenere sotto controllo sono tante.

    Un primo consiglio è quello di non abbandonare una terapia solo perché non si vedono immediatamente risultati: ci possono volere anche mesi per migliorare, soprattutto quando si ha a che fare con forme gravi (noduli, cisti) o segni passati (cicatrici e macchie). Inutile anche lavare il viso troppo spesso o usare agenti troppo aggressivi, rischiando l’effetto boomerang: l’organismo vive di equilibrio, per cui vi rientra anche la produzione di sebo (non è una cosa da eradicare, ma saper gestire). Per una corretta igiene del viso, ad esempio, bastano due volte al giorno. 

    Altre linee guida possono essere:

    • preferire prodotti delicati e non troppo grassi (v. dimeticone);
    • prestare attenzione alla dieta;
    • evitare tessuti sintetici e altri prodotti irritanti (vi rientra anche il fumo di sigaretta);
    • praticare attività fisica, avendo cura di rimuovere il sudore accuratamente;

    Facciamo un altro highlight: non manipolare, spremere, incidere i brufoli. Si possono avere conseguenze permanenti come cicatrici, in più si rischia di espandere l’infezione. Eventuale intervento “fisico” sarà stabilito solo da uno specialista, che in alcuni casi può optare per delle iniezioni o incisioni. 

    Quindi i brufoli, che sono una manifestazione dell’acne, e l’acne stessa, sono intimamente connessi, anche se non tali da usare come sinonimi. Il dermatologo è sempre caldeggiato, soprattutto se la situazione inizia ad aggravarsi. Una terapia adeguata può risparmiarci mesi (se non peggio) di scelte improvvisate e spiacevoli effetti a lungo termine. Ah, e chiaramente alcuni principi attivi sono utilizzabili solo in prescrizione (ad esempio, tutti i sistemici) e sotto stretto controllo medico (isotretinoina).

    Fonti

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