Arriva PatchAi, l’assistente virtuale a supporto dei pazienti

Dal suolo italiano arriva PatchAi, l’assistente virtuale che sfrutta l’intelligenza artificiale per personalizzare il dialogo con il paziente

Concetto Health

Concetto Health

Sommario
    Tempo di lettura Tempo di lettura terminato
    0
    Time

    Nel mese di dicembre del 2020 si sono tenute le finali di EIT Health Catapult, la principale vetrina europea per proporre start-up innovative in campo medico e digital e ottenere finanziamenti per realizzarle. E quest’anno è un’azienda tutta italiana a guadagnarsi  un posto sul podio: si tratta di PatchAi, una start-up italiana di digital health che si è posta come obiettivo quello di migliorare la ricerca clinica tramite la raccolta dati dei propri pazienti.

    È soprattutto in questo ultimo difficile anno che Catapult ha voluto dare molto più spazio a dispositivi intelligenti in grado di dare una mano nella diagnosi e nell’analisi per migliorare la qualità delle cure e dei trattamenti. É in questo contesto che si è fatta largo la start-up padovana, aggiudicandosi un premio da 10 mila euro e un terzo posto sul podio della competizione.

    PatchAi: l’assistente al servizio del paziente

    Siamo circondati da molti gadget tecnologici per la nostra salute e benessere e tra questi ci sono soprattutto gli assistenti virtuali. Basti pensare alla presenza silenziosa di Alexa nelle nostre case. Ma proviamo ad immaginare una tecnologia simile a quella del dispositivo di Amazon ideata tra le corsie degli ospedali, completamente dedicata alla salute del paziente. PatchAi nasce proprio con questo intento. La start-up padovana ha sviluppato un assistente virtuale empatico che sfrutta l’intelligenza artificiale per rendere più personale la comunicazione con il paziente. Proviamo a immaginare una chat come questa: “Ciao Alex, come stai?”, “Molto bene, grazie!”, “Ottima notizia, mi fa piacere… Ricordati di assumere la terapia tra 15 minuti, stai andando alla grande”.

    Grazie a un sistema di Machine Learning, PatchAi sfrutta un approccio patient-oriented per imparare a conoscere il proprio paziente, implementando strategie sempre nuove per sostenerlo e adottando personalità, tono e conversazione in base ai suoi bisogni. L’obiettivo è quello di migliore l’autogestione alla salute degli utenti sulla base della terapia che devono seguire, garantendo il supporto di un’equipe di professionisti sanitari in tempo reale.

    Ma non si limita soltanto a questo. PatchAi fornisce una serie di pillole e consigli di salute personalizzata che vanno dal tipo di attività sportiva da fare all’alimentazione corretta da seguire. Il paziente monitora costantemente il proprio stato di salute attraverso la compilazione di un “diario” online con cui condivide i dati sulla propria patologia, che verranno poi analizzati e raccolti per garantire un maggiore sviluppo di terapie adeguate.

    La start-up utilizza una piattaforma cognitiva ent-to-end per raccogliere Real World Data (ovvero i dati relativi alla salute degli utenti) da parte di pazienti coinvolti in studi di ricerca clinica.

    Entrata sul mercato verso la fine del 2019, PatchAi ha fatto enormi passi avanti nel 2020, soprattutto in seguito all’emergenza della pandemia. In un momento come questo si è dimostrata essenziale una comunicazione personalizzata per i bisogni di ciascun paziente, con l’obiettivo di non lasciarlo mai da solo. Guidata dal CEO Alessandro Monterosso, la piattaforma è riuscita a vincere più di 17 competizioni nazionali e internazionali per start-up, riuscendo a raccogliere oltre 2,56 milioni di euro. Tutti i capitali raccolti verranno sfruttati dal team per espandere il proprio business ad altre aree terapeutiche.

    L’idea è nata tra le corsie degli ospedali dove i quattro fondatori lavoravano nella ricerca clinica con ruoli diversi, sperimentando in prima persona i bisogni dei pazienti. Ciò che è emerso da questa esperienza è la profonda difficoltà comunicativa tra i pazienti e i medici, oltre all’attività di raccolta dati spesso obsoleta. PatchAi subentra per riempire questo vuoto.

    L’obiettivo della start-up è quello di dimostrare quanto sia importante collaborare fianco a fianco insieme ai pazienti nella ricerca scientifica per poter sviluppare una serie di soluzioni innovative. Entro i prossimi cinque anni, si è prefissata di essere utilizzata da più di 40 mila pazienti affetti da patologie croniche che devono assumere farmaci per periodi molto lunghi di tempo. Poterli accompagnare durante la loro cura è ciò che si prefigge PatchAi.

    Fonti

    Lascia il tuo commento

    Non verrà mostrata nei commenti
    A Good Magazine - Newsletter
    è il contenuto che ti fa bene! Resta aggiornato sulle malattie digitali

    Ho letto e accetto le condizioni di privacy