Cos’è un dolcificante? Con questo termine si definiscono sostanzialmente tutti i sostituti dello zucchero, del saccarosio, del miele e del fruttosio. I dolcificanti di sintesi o artificiali, che rientrano nella classificazione di “additivi alimentari”, vengono continuamente sottoposti a controlli da parte delle autorità competenti. I dolcificanti sono molecole che si legano ai recettori del gusto sulla nostra lingua e attivano i sensori del dolce. Nascono con la premessa di contenere pochissime calorie rispetto al saccarosio e di aiutare nel controllo del peso. Ma è davvero così? A smentire questa affermazione è stata proprio l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che con le nuove linee guida, conferma quello che già da anni molti studiosi cercavano di provare scientificamente: utilizzare i sostitutivi dello zucchero non aiuta a tenere sotto controllo il proprio peso e non riduce il rischio di incorrere in alcune malattie.
Quali sono i principali dolcificanti?
Esistono vari tipi di dolcificanti, che non sono solo quelli che troviamo in pillole o in gocce, ma sono anche gli stessi che vengono utilizzati nella produzione di bevande “light” o prodotti in cui compare l’etichetta “zero calorie” o “sugar free”.
- Polioli : sono i nuovi edulcoranti, considerati i più innocui, tra i quali si annoverano sorbitolo, xilitolo, mannitolo, maltitolo, isomaltosio. Spesso utilizzati in combinazione con altri edulcoranti tra cui aspartame e acesulfame K, hanno qualche caloria e possono essere lassativi;
- Saccarina: scoperta nel lontano 1879, utilizzata inizialmente soprattutto dai diabetici, poiché non alterava il loro livello di insulina. Ha un potere dolcificante quasi 450 volte superiore allo zucchero, perciò il consumo giornaliero consigliato di saccarina è pari a 5 mg/kg di peso corporeo. Sulle confezioni è riconoscibile con la sigla E954;
- Aspartame: anche questa sostanza è a basso contenuto calorico ed ha un potere dolcificante 200 volte più alto dello zucchero. Viene utilizzato in molti prodotti alimentari come bevande, prodotti di pasticceria, latticini, gomme da masticare e in moltissimi prodotti dietetici e per il controllo del peso. Rispetto alla saccarina possiamo consumarne fino a 40 mg/kg di peso corporeo ed appare sulle confezioni con la sigla E951;
- Acesulfame K: anche detto Acesulfame potassico è un’altra sostanza largamente utilizzata nei prodotti dietetici. Ha un potere dolcificante simile a quello dell’aspartame, però, a differenza di quest’ultimo, resiste alle alte temperature ed è quindi utilizzato anche in dolci o alimenti che vengono sottoposti ad un processo di cottura.
Esistono poi altri due dolcificanti: il ciclamato, utilizzato per rendere meno amari alcuni medicinali e il sucralosio, con un potere dolcificante elevatissimo, addirittura più alto della saccarina. Su questi due dolcificanti non ci sono sicurezze riguardo i loro effetti sulla salute, tanto che sul sucralosio si avanzano ipotesi di tossicità, se sottoposto a temperature superiori ai 120 gradi.
Oms: i dolcificanti non aiutano a perdere peso e possono avere delle controindicazioni.
Le nuove linee guida dell’Oms, Organizzazione Mondiale della Sanità, smentiscono definitivamente l’uso dei dolcificanti come soluzione nella perdita e controllo del peso e ne sconsigliano l’utilizzo in quanto potrebbero avere delle controindicazioni sulla salute. Se l’uso dei dolcificanti è sempre stato consigliato a chi soffre di diabete, la situazione viene completamente sovvertita. Infatti dalle nuove linee guida dell’Oms emerge che i dolcificanti artificiali sarebbero in grado di provocare, a lungo andare, il diabete di tipo 2, ovvero quello alimentare. Inoltre queste sostanze possono causare problemi cardiovascolari, con un aumento della mortalità tra gli adulti. Gli esperti dell’Oms hanno preso in considerazione soprattutto delle meta-analisi, cioè analisi condotte su più studi pubblicati negli ultimi anni sui dolcificanti, una sorta di studio statistico per avere un quadro molto realistico del fenomeno studiato. Gli esperti hanno anche utilizzato studi osservazionali notando che:
- Effettivamente nel breve periodo l’utilizzo di sostituti dello zucchero porta ad una riduzione nell’assunzione di calorie e di conseguenza in una riduzione della massa corporea, rispetto alle persone che non ne fanno utilizzo;
- L’effetto suddetto però ha un periodo limitato nel tempo: pari a circa tre mesi, o anche inferiore, a seconda degli studi presi in analisi;
- Negli studi osservazionali nel lungo periodo invece l’assunzione di sostituti dello zucchero è stata associata ad un aumento della massa corporea, con un rischio potenzialmente più alto di soffrire di obesità. All’uso prolungato nel lungo termine è stato associato un maggior rischio di contrarre il diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari, con un conseguente aumento della mortalità.
Confrontando sia le meta-analisi sia gli studi osservazionali l’Oms ha confermato quanto non sia opportuno consigliare l’uso dei sostituti dello zucchero per controllare il peso e prevenire alcune malattie come il diabete e le malattie cardiovascolari. Gli alimenti con i sostituti dello zucchero non aiutano inoltre ad abituarsi a tutti quei prodotti il cui sapore è meno dolce. Di conseguenza molte persone trovano poi difficoltà a seguire correttamente una dieta o il proprio piano alimentare, rendendo molto più arduo il compito di cambiare abitudini. L’Oms tende infatti a specificare che i sostituti dello zucchero non sono dannosi per le loro proprietà intrinseche, quanto per tutti gli effetti che si portano dietro. Come affermato da Francesco Branca, direttore dell’Oms per la nutrizione e sicurezza alimentare:
“Sostituire gli zuccheri liberi con dolcificanti non zuccherini non aiuta a controllare il peso a lungo termine. Le persone dovrebbero prendere in considerazione altri metodi per ridurre l’assunzione di zuccheri, ovvero il consumo di alimenti con zuccheri naturali, come la frutta, o di cibi e bevande non zuccherati”.
Vero è che ormai, praticamente tutti i tipi di dolcificanti, sono stati approvati da gran parte degli organismi di sicurezza, compresa l’Autorità europea per la sicurezza alimentare. Secondo l’ISA, l’Associazione Internazionale dei Dolcificanti le dichiarazioni recenti dell’OMS creeranno un disservizio nella riduzione delle malattie connesse a questo prodotto, come il diabete. Così l’ISA concorda con il commento dell’Office for Health Improvement and Disparities del Regno Unito, secondo cui queste linee guida potrebbero spingersi troppo oltre, ma anche con il Department of Health and Aged Care del governo australiano che afferma che le raccomandazioni dell’Oms potrebbero avere serie ripercussioni sulla salute di alcune persone.
Bob Peterson, presidente dell’ISA, ha infatti dichiarato:
“I benefici dei dolcificanti sono ormai consolidati e un ampio corpus di evidenze scientifiche ne dimostrano l’efficacia nella lotta contro l’obesità, aiutando adulti e bambini a ridurre il proprio peso corporeo e l’apporto calorico derivante dagli zuccheri e dai prodotti che ne contengono”.
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